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Meloni accusa Frontex "Non c'è stato allarme". Prossimo Cdm a Cutro. E blinda Piantedosi

La premier rompe il silenzio, replica alla lettera aperta del sindaco di Crotone e respinge le accuse.

Meloni accusa Frontex "Non c'è stato allarme". Prossimo Cdm a Cutro. E blinda Piantedosi

Abu Dhabi. «Il premier muto è qui per rispondere alle vostre domande. Prego...». Giorgia Meloni non ha affatto gradito le ricostruzioni secondo cui avrebbe scelto di evitare accuratamente i giornalisti durante questi cinque giorni di viaggio. Quasi 8.500 chilometri che l'hanno portata da Roma a New Dehli prima e dalla capitale indiana ad Abu Dhabi poi. Il tutto senza mai l'occasione di una conferenza stampa. Proprio negli Emirati Arabi Uniti, poche ore prima di ripartire per l'Italia, la presidente del Consiglio decide dunque di concedersi per un punto stampa davanti alla spiaggia dell'Emirates Palace di Abu Dhabi, un monumentale albergo in stile arabo di fronte alle celebri Etihad Towers.

Si parla della visita nel Golfo Persico e dei diversi dossier affrontati nel lungo pranzo con lo sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, presidente degli Emirati Arabi Uniti. Ma l'attenzione è soprattutto puntata sul naufragio di Cutro. La tragedia risale ormai all'alba di lunedì scorso e salvo la lettera scritta ai vertici dell'Unione europea Meloni non è mai intervenuta pubblicamente sulla vicenda e, in particolare, sull'eventualità che ci possa essere stato un ritardo nei soccorsi. Una circostanza che in Italia è da giorni argomento di un duro scontro politico. Sul quale finalmente la premier mette un punto fermo. Spiegando che «da Frontex non è arrivata alcuna comunicazione di emergenza» e, dunque, che nessun allarme era stato lanciato. Ma anche che «nulla di quanto accaduto ha a che fare con i provvedimenti del governo sulle Ong» perché «la rotta in questione non è coperta dalle organizzazioni non governative». Infine, nessuna esitazione sull'ipotesi di dimissioni del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. Che Meloni derubrica a un ballon d'essai. «Le opposizioni ogni giorno chiedono le dimissioni di un ministro diverso, lei capisce risponde al giornalista che non fa più molto notizia». Sul punto, peraltro, è altrettanto netto il vicepremier Antonio Tajani, anche lui ad Abu Dhabi in qualità di ministro degli Esteri. «Le dimissioni di Piantedosi dice quando Meloni ha ormai terminato il suo punto stampa sono una questione che non esiste e che non è mai esistita».

In piedi, con alle spalle l'Emirates Palaces e circondata da telecamere e microfoni, la premier si accalora con chi dall'opposizione, ma anche in alcune ricostruzioni giornalistiche ha lasciato intendere che il governo non abbia fatto quanto doveva per evitare la strage di migranti al largo di Crotone (proprio ieri, con il ritrovamento dei corpi di due bambini, il bilancio è salito a 70 morti). «Queste persone dice non erano nelle condizioni di essere salvate. Ma davvero, vi chiedo in coscienza e guardandovi negli occhi, qualcuno di voi ritiene che il governo li abbia volutamente fatti morire? Vi prego, cerchiamo di essere seri». E ancora: «Continuiamo a salvare tutte le persone, questa è la storia. Non ci sono materie sulle quali si può esagerare così nel tentativo di criticare o colpire i propri avversari».

Certo, va detto, che la polemica è stata alimentata anche dal silenzio di Meloni. Che, pur non incontrando la stampa durante il suo viaggio, su altri temi - vedi il record storico di occupati in Italia - è comunque riuscita a intervenire attraverso i suoi canali social. Tanto che, proprio ieri, il sindaco di Crotone Vincenzo Voce ha scritto una lettera aperta a Meloni («abbiamo aspettato una settimana un suo messaggio, una sua telefonata, un suo cenno») invitandola a recarsi sul luogo della tragedia per «portare la sua vicinanza» se non come premier almeno «in forma privata», come «cittadina» e come «mamma». La premier spiega che la sua intenzione è andare oltre e «celebrare il prossimo Consiglio dei ministri a Cutro», magari con un provvedimento ad hoc sull'immigrazione (potenziamento dei Cpr e velocizzazione procedure di rimpatrio). Secondo alcuni, una correzione di rotta rispetto alla linea silenziosa di questi giorni. Anche se Meloni nega ripensamenti, perché il governo «è andato immediatamente in Calabria» dove si è subito recato Piantedosi.

«Dopo di che - aggiunge - è andato il capo dello Stato che rappresenta tutte le istituzioni, a meno che qualcuno non ritenga che la presidenza della Repubblica sia in competizione rispetto al governo».

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