Dalle parole dure e di reprimenda contro l'Unione Europea a quelle al miele (con un grosso "però") all'indirizzo di Mario Draghi. Giorgia Meloni, intervistata da Leggo, parla a tutto tondo dell'emergenza sanitaria, economica, sociale e politica nazionale e continentale (per non dire mondiale) causa pandemia di coronavirus.
La leader di Fratelli d'Italia rimprovera severamente l'Ue, assente in questa crisi tanto grave quanto storica e potenzialmente "mortale" per l'Europa stessa: "L'Europa non è esistita in questa fase. Non c'è un'Europa della solidarietà, delle grandi scelte. Forse pensano che Italia e Spagna devono arrivare in ginocchio al cospetto della prossima Troika? Sbagliano, senza Italia questa Europa si dissolve...". Ed è difficile darle torto.
Dicevamo dell'ex presidente della Bce. Sì, perché negli ultimi due giorni, soprattutto ieri in seguito a quanto scritto dall'economista sulle colonne del Financial Times, l'ex numero uno di Francoforte sarebbe il profilo più adatto, capace di mettere d'accordo destra e sinistra, come futuro – prossimo o anteriore che sia – inquilino di Palazzo Chigi. Abbiamo scritto diffusamente dei movimenti di palazzo in corso a Roma, ma anche a Bruxelles e Strasburgo, per sondare il terreno e verificare se ci siano o meno le condizioni per un governo di unità nazionale – come si è augurato lo stesso capo dello Stato Sergio Mattarella – per affrontare al meglio l'incubo coronavirus. La figura di Mario Draghi sarebbe gradita a molti, dalla Lega di Salvini a una parte del Partito Democratico di Zingaretti – passando per Italia Viva di Renzi, Casini e altri centristi – per guidare un esecutivo di coesione. Contrario, ovviamente, il Movimento 5 Stelle.
E dicevamo appunto delle parole dolci della fondatrice di FdI, che comunque, però, non vorrebbe l'accademico e banchiere a Palazzo Chigi. Questo, infatti, il suo pensiero esternato al quotidiano free press: "Draghi è una grande personalità, lo ringrazio per le parole sulla necessità di fare deficit in una fase così drammatica. Ma i governi non si fanno per alchimie. Preferisco il voto popolare. Insomma, elezioni quando si potrà tornare a votare dopo l'emergenza, per gestire la lunga fase di ricostruzione".
Quindi, la Meloni torna a ribadire come sia contraria alla linea del governo giallorosso e del sedicente avvocato del popolo: "Rispetto a Giuseppe Conte, ho detto che bisognava chiudere tutto subito e fare tamponi di massa. Ma l'emergenza sanitaria va superata, poi serve affrontare un'emergenza economica che durerà anni. Ci sarà da ricostruire, senza più limitazioni. Serve un'altra Italia".
E su questo delicato versante, ecco alcune sue idee in auto di imprese, lavoratori e famiglie per far ripartire il Paese: "Via i vincoli, via la burocrazia. Sbloccare subito la cassa integrazione, così da far arrivare i soldi nelle tasche degli italiani costretti a casa. E ancora, gli imprenditori che continuano a pagare gli stipendi ai loro dipendenti vanno sostenuti e aiutati nella ripresa, con dei premi legate alla produzione e al mantenimento della forza lavoro".
In ultimo, Giorgia Meloni dà altri spunti: "Niente obbligo di fatturazione elettronica, niente obbligo di registratore di cassa, niente studi di settore, togliere il tetto all'uso del contante. Tutte cose che si possono fare subito, senza grande impegno economico da parte dello Stato. Ad esempio, potrebbero tornare i voucher".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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