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"Mi metto in gioco da solo". Ecco le date di Salvini per il voto a ottobre

Crisi di governo, il rebus delle date. Il leader della Lega ha scelto il giorno. Ma Conte e Di Maio remano contro: tutti i nodi

Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, durante il suo comizio a Pescara
Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, durante il suo comizio a Pescara

Il dado è tratto. Salvini ha scelto la via del voto anticipato. Due giorni fa il discorso da Sabaudia, quello che tutti pensavano potesse aprire la crisi, aveva lasciato a bocca asciutta i tifosi della crisi di governo. Il ministro dell'Interno aveva messo nel mirino gli alleati pentastellati, ma senza rompere e lasciando intendere la richiesta di un cambio di almeno tre ministri. Frattura che però è arrivata il giorno dopo, con una nota chiara e decisa: "L’ho ribadito oggi al Presidente Conte - ha detto Salvini - andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c’è più una maggioranza, come evidente dal voto sulla Tav e dai ripetuti insulti a me e alla Lega". Tradotto: niente rimpasti e rimpastini, "restituiamo velocemente la parola agli elettori".

Da Pescara il leader del Carroccio ieri ha messo sul tavolo le sue carte. Oltre a invitare i colleghi parlamentari ad "alzare il c..." per riaprire presto Camera e Senato in vista della crisi di governo, Salvini ha anche svelato i progetti per le elezioni che verranno. "Non voglio tornare al vecchio - spiega - se devo mettermi in gioco, lo faccio sereno, da solo e a testa alta. Poi, potremo scegliere i compagni di viaggio...". I sondaggi dicono che la Lega insieme e Fratelli d'Italia, Forza Italia e gli altri partiti di centrodestra potrebbe superare il 50%. Ma il nodo delle alleanze è ancora da sciogliere e per ora Salvini sembra intenzionato a fare tutto "da solo" per poi cercare appoggi di governo una volta formatosi il Parlamento. Unica cosa certa: "Sarò candidato premier", dice il ministro. "Chi sceglie Salvini sa cosa sceglie".

Il "problema", se così si può chiamare, sono i tempi. Ad oggi particolarmente ristretti. Come spiega IlGiornale, Giancarlo Giorgetti si è fatto scappare una frase lapidaria: "Matteo ha sbagliato a non ascoltarmi quando a marzo gli dicevo di staccare la spina, ora è tutto più complicato".

Giuseppe Conte infatti è stato chiaro: non spetta a Salvini dicidere i tempi della crisi. Il premier ne ha parlato con Mattarella e sembra intenzionato a presentarsi di fronte alle Camere prima di rassegnare le dimissioni. Nessuna crisi extra-parlamentare, quindi. Conte potrebbe addirittura chiedere il voto alla Camera (una cosa - spiega Signore sul Giornale - accaduta solo durante i governi Prodi).

I tempi, dicevamo. Salvini pare abbia già segnato una data sul calendario per le elezioni: il 13 di ottobre. Per farlo, gli uffici della Camera dovrebbero richiamare a Roma i 945 parlamentari con raccomandata. Il dibattito potrebbe iniziare a Palazzo Madama il 20 agosto, a quel punto se non sarà il 13 si potrebbe andare a votare il 20 ottobre. Salvini non intende "impiccarsi" a una data perché "una settimana non fa la differenza". Però non di più.

Sullo sfondo vanno tenuti a mente altri due fattori per comprendere quali saranno le prossime mosse degli attori in campo. Innanzitutto c'è Luigi Di Maio che preme per votare prima dei titoli di coda il taglio dei parlamentari. Si trattai di una polpetta avvelenata contro l'ex alleato: se passasse il taglio, servirebbe tempo per ridisegnare i collegi delle elezioni. E farlo entro il 13 o il 20 ottobre sarebbe difficilissimo se non impossibile. Senza contare che - come anticipato dal Giornale oggi - il rischio concreto è che più si va avanti più si rischia l'esercizio provvisorio.

Non proprio il massimo, visto che c'è da sterilizzare l'aumento dell'Iva.

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