Migranti, Meloni sbugiarda Macron: "94mila sbarcati, solo 38 in Francia"

Il presidente del Consiglio va al vertice europeo riaprendo il fronte polemico con l'Eliseo. E un rapporto conferma: "Parigi ha fatto più trasferimenti in base al trattato di Dublino""

Migranti, Meloni sbugiarda Macron: "94mila sbarcati, solo 38 in Francia"

Ma Parigi, dov'è finita? E Berlino, che fa? A un certo punto, al diavolo la diplomazia, la Meloni decide di alzare un po' la voce. «Vorrei ricordare che nel 2022 in Italia sono sbarcate illegalmente 94 mila persone e che i migranti ricollocati in Francia sono 39 e quelli in Germania 57». In tutto, meno di cento. «E questa sarebbe la risposta europea? Dobbiamo essere noi l'unico porto di arrivo?». Una situazione «inaccettabile», da riequilibrare subito, sostiene la premier. «Io credo che all'interno della Ue dovrebbero valere gli stessi diritti e gli stessi doveri». Non si può continuare «a far finta di niente», l'unica soluzione è «fermare le partenze e difendere i confini esterni dell'Unione».

Dunque una Giorgia a muso duro, altro che ricucire. Gli sgarbi con Emmanuel Macron, gli incontri annullati, ora questo nuovo affondo alla Camera che discute del prossimo Consiglio Europeo: il rapporto con Parigi sta precipitando ma il governo non sembra aver alcuna intenzione di abbassare il livello dello scontro. Anzi. «Colleghi della sinistra - dice la Meloni durante la replica - non vi ha colpito la reazione francese di fronte alla prima nave Ong che sbarcava migranti da loro, non vi è sembrata strana? L'Italia deve essere sempre tenuta a compiere quello che gli altri non sono disposti a fare?».

Paesi amici, fratelli quasi? Sì, però questo per Palazzo Chigi non è il momento della distensione, ma dei pugni sul tavolo. Con Parigi e con Bruxelles. Certi atteggiamenti non si possono più sopportare. La fondazione Migrantes fornisce altri numeri. La Francia nel 2021 e il Paese che ha effettuato più trasferimenti «Dublino», 3.145, seguita dalla Germania. Berlino invece è il maggior «ricevente», con 4.274. Italia seconda a 1.500.

Per il premier non se ne esce con i ricollocamenti. «Per un banale calcolo matematico, sappiamo che il Trattato di Dublino non riguarda immigranti economici e le protezioni speciali, bensì meno del trenta per cento di chi è giunto sulle nostre coste». E Roma è ai primi posti dell'accoglienza. «La Polonia da solo dà rifugio a un milione di ucraini, la Repubblica Ceca a mezzo milione». Poi l'Italia a 94 mila. «Dobbiamo distinguere tra profughi e migranti illegali, altrimenti penalizziamo chi ha bisogno».

Quindi avanti tutta, la linea non cambia. «Per la prima volta la rotta del Mediterraneo centrale è stata considerata prioritaria in un documento della Commissione Ue». Merito, secondo la Meloni, della rigidità del governo. «Non sarebbe mai successo se non avessimo posto con determinazione due questioni, il rispetto della legalità internazionale e la necessità di affrontare il fenomeno migratorio a livello strutturale». E soltanto l'inizio, ora si aspettano i prossimi passi, e cioè «collaborazione sulla gestione dei flussi regolari e contrasto di quelli irregolari», cooperando con i Paesi dell'Africa con finanziamenti e progetti. L'Italia, ripete Giorgia, non può essere lasciata da sola. E qui si torna alle frizioni con la Francia.

Insomma, «più Italia in Europa». Roma, insiste la premier, sta facendo la sua parte, con il sostegno a Kiev e l'invio di armi. Una scelta atlantica e europeista, in perfetta continuità con le iniziative del governo Draghi, riconfermata con l'ampissimo voto al Senato a favore del decreto che stanzia nuovi aiuti militari. Il sì di Palazzo Madama peraltro spacca più l'opposizione che la maggioranza. Ora c'è il caro bollette. «Siamo pronti a fare il necessario per fermare le speculazioni - dice Meloni - però gli unici interventi efficaci devono arrivare dalla Ue, ad esempio il tetto dinamico al prezzo del gas. Bruxelles è in ritardo e guarda caso a guidare la trattativa sono i Paesi non sovranisti».

Il risultato è che «si va in ordine sparso, pensando che chi è più forte economicamente possa salvarsi». Giovedì il Consiglio Ue. Da Bruxelles il governo italiano si aspetta «uno sforzo per difendere il potere d'acquisto delle famiglie e delle imprese«. Altrimenti «l'idea stessa di Europa sarebbe tradita».

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