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Milano cassaforte dei fondi di Hamas. "Mi entra 1 milione". E oggi Hannoun va davanti al gip: "Tutto tracciato"

Il capoluogo lombardo centro degli affari. La scelta di non rispondere ai giudici

Milano cassaforte dei fondi di Hamas. "Mi entra 1 milione". E oggi Hannoun va davanti al gip: "Tutto tracciato"
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"A Milano un milione". C'è una conversazione dell'agosto del 2024, intercettata da Digos e Guardia di Finanza, in cui si evince come quella che secondo gli inquirenti sarebbe una "cellula di Hamas in Italia", abbia puntato anche sul capoluogo lombardo per raccogliere velocemente ingenti somme di denaro tra i fedeli nelle moschee e tra donatori italiani, convinti di sostenere la causa palestinese. Soldi che in realtà, per il 70 per cento, sarebbero finiti "all'ala militare" dell'organizzazione terroristica a Gaza. In tutto 7 milioni di euro dal 2001, ma soprattutto da dopo il 7 ottobre 2023. In auto, il presunto capo della cellula, il presidente dell'Associazione dei palestinesi in Italia, Mohammad Hannoun, da tre giorni in carcere a Genova, parla con un altro degli arrestati, Abu Falastine, il suo braccio destro, dipendente dell'Associazione benefica in solidarietà del popolo palestinese (Abspp), per i pm uno dei veicoli del finanziamento ad Hamas. La rete di Hannoun copre tutto il territorio nazionale, ma è evidente l'importanza che riveste Milano quando Falastine fa il punto delle somme raccolte: "Questo mese insieme al periodo passato... A Milano un milione, mi sono entrati un milione a Milano". Agli atti dell'inchiesta anche un file trovato nei server dell'Associazione, denominato "Contabilità Milano", in cui sono elencati "regolari versamenti" a Osama Alisawi, uomo di Hamas a Gaza: oltre "2 milioni di dollari tra gennaio 2023 e febbraio 2025".

Del resto il capoluogo lombardo è uno degli snodi nevralgici scelti da Hannoun per la sede delle associazioni da lui gestite, oltre a Genova e Roma. È a Milano che ha sede anche una seconda società "La Cupola d'oro", costituita, secondo chi indaga, sempre per la stessa finalità: inviare denaro ad Hamas, quando la Abspp era ormai compromessa, visto l'inserimento di Hannoun nelle black list degli Stati Uniti. Anche per le casse della Cupola d'oro, come emerge da un'intercettazione del luglio 2024, le entrate sono cospicue, grazie alle offerte dei fedeli e alle donazioni incentivate con manifestazioni e propaganda. "Tra marzo e luglio (2024 ndr), sono entrati circa 500mila euro", fanno i conti gli indagati. Impressionante la quantità di contanti che gira attorno alla rete di Hannoun. Ieri al milione sequestrato due giorni fa, si sono aggiunti altri 100mila euro trovati nella perquisizione della sede romana dell'Abspp.

È fissato per stamattina l'interrogatorio di Hannoun, da tre giorni nel carcere genovese di Marassi, dove ieri c'è stato un presidio con 200 persone contro il suo arresto. Presente anche il figlio, indagato a piede libero. I legali di Hannoun, che valutano di fare ricorso al Riesame contro la misura cautelare, annunciano che non risponderà alle domande del gip, ma che farà una dichiarazione spontanea. "Su nostro consiglio non si sottoporrà a interrogatorio anche perché ancora non abbiamo ricevuto tutti gli atti depositati. È comunque lucido e preciso nel ricostruire tutti i passaggi dei finanziamenti - spiegano Emanuele Tambuscio e Fabio Sommovigo -. Ha sempre operato in maniera tracciabile e sempre con associazioni registrate, molte delle quali anche in Israele". Contestano anche che nell'inchiesta siano confluiti documenti trasmessi dalle autorità israeliane, "materiale formato sul campo di battaglia, non sappiamo con quali modalità e quali garanzie procedurali o processuali". Smontano anche "l'attualissimo pericolo di fuga" con cui il gip ha motivato la necessità dell'arresto, il giorno in cui Hannoun stava per partire per la Turchia: "Lui ci va costantemente per le attività di beneficenza, dal 7 ottobre 2023 non aveva più possibilità di operare dall'Italia e a causa del blocco dei conti doveva portare i contanti in Turchia o in Egitto". È anche il blocco dei conti che nei mesi la cellula cerca di aggirare, evidenziano gli investigatori, per continuare a inviare denaro ad Hamas. In una conversazione con l'avvocato Mohamed Ryah, indagato a piede libero, che seguiva le associazioni benefiche, Hannoun gli chiede di aprire una nuova associazione intestata a persone di nazionalità italiana, per "schermare" eventuali collegamenti con la sua: "Se fai una nuova associazione a nome di italiani che non sono conosciuti, potresti trasferire tutti i progetti a loro nome vero?".

Per questo, dopo la "Cupola d'oro" sarebbe stata costituita anche "La palma", "con il fine di proseguire nella raccolta fondi e finanziamenti destinati in una parte rilevante ad Hamas, dietro lo schermo di un nuovo organismo, apparentemente estraneo alla precedente attività svolta dalle Associazioni".

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