Milano - Polemiche, risse verbali e perfino minacce a Milano. Il tutto per negare un'evidenza che il Parlamento europeo ha certificato nero su bianco poco più di un mese fa: l'equiparazione fra comunismo e nazismo.
È finita nel caos l'ultima seduta del Consiglio di Zona 7. Un caos scatenato dai centri sociali quando la discussione è arrivata all'ottavo punto all'ordine del giorno, la mozione presentata dalla presidente del Consiglio Norma Iannacone (Fdi). La mozione, traendo spunto dal pronunciamento dell'Europarlamento del 19 settembre, chiedeva al Comune di eliminare la «procedura di dichiarazione antifascista» o in subordine di modificarla introducendo il rifiuto di «ogni ideologia totalitaria».
Questa è una peculiarità che Milano condivide con altri Comuni: per avere un contributo o una sala o un patrocinio occorre «dichiarare» di non essere fascisti. L'introduzione di questa discutibile autocertificazione ideologica è stata molto contestata all'epoca in Comune e la contestazione è ripartita dopo che l'Europa ha stabilito che il totalitarismo comunista è equiparabile coi suoi crimini a quello nazista. Il centrodestra chiede al Comune di togliere di mezzo la dichiarazione o di prevederne una su tutti i totalitarismi.
Apriti cielo. La seduta è stata infuocata. Un consigliere Pd, Lorenzo Zacchetti, ha presentato 707 emendamenti «per protesta» contro quella che ha definito una mozione «scellerata». Alla seduta erano anche presenti gli immancabili centri sociali, che hanno rumoreggiato e sono intervenuti a modo loro: «Mi hanno insultato - ha raccontato il leghista Francesco Giani - infine mi è stato detto che per i fascisti come me c'è ancora spazio in piazzale Loreto». Il presidente del Municipio Marco Bestetti (Fi) ha rivendicato la mozione, definendo la dichiarazione di antifascismo una «ridondante forzatura ideologica». «Non si comprende - ha detto - il motivo per cui a Milano si dovrebbe dichiarare il rifiuto della sola ideologia fascista, fingendo che i crimini commessi dai regimi comunisti non siano mai esistiti».
L'ex vicesindaco Riccardo De Corato, oggi assessore regionale, ha manifestato solidarietà al centrodestra municipale: «La mozione è in linea col Parlamento europeo - ha detto - il Comune è stato strabico, mi meraviglio che il sindaco Sala non abbia conoscenza dei misfatti del comunismo».
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