Le minacce dei portuali: "Da qui non escono vivi"

Il camallo Rudino, già attivo contro le "navi delle armi": "Se perdiamo il contatto coi compagni di Flotilla, blocchiamo l'Europa"

Le minacce dei portuali: "Da qui non escono vivi"
00:00 00:00

"Se noi, per solo 20 minuti, perdiamo il contatto con le nostre barche e con i nostri compagni, blocchiamo tutta l'Europa".

È questo l'avvertimento, o forse la minaccia, di Riccardo Rudino (foto), camallo al porto di Genova, che nella serata di domenica è salito sul palco per un breve proclama in occasione della partenza di una frazione della Global Sumud Flotilla verso Gaza, prima che quella più numerosa, partita da Barcellona, tornasse indietro a causa del maltempo. Alla manifestazione di Genova hanno partecipato anche il primo cittadino della città, Silvia Salis, e alcuni esponenti del centrosinistra nel tentativo di mettere il cappello e di guadagnare, forse, qualche consenso.

Nel frattempo Israele ha avvisato gli attivisti, tra i quali c'è anche Greta Thunberg, che se si avvicineranno alle acque territoriali verranno "trattati come terroristi". E Rudino, anche memore del fatto che i due precedenti tentativi di sbarco a Gaza da parte della flotilla sono andati male, nel suo discorso ha ribadito il concetto: "Insieme al nostro sindacato Usb, ai lavoratori portuali, e a tutta la città di Genova, da questa regione, da dove escono 13-14 mila container all'anno per Israele, non esce più un chiodo, è sciopero internazionale". Il blocco, ha proseguito, sarà per "le strade, le scuole", "bloccheremo tutto".

Rudino è parte del Collettivo autonomo dei lavoratori del porto di Genova e non è un manifestante alla prima esperienza. È uno dei camalli più attivi, che in passato è emerso nelle manifestazioni contro il passaggio di materiale bellico dal porto di Genova. Ha partecipato nel 2021 e nel 2022 alle manifestazioni contro lo sbarco delle cosiddette "navi delle armi" al porto di Genova. Nel 2022 il Calp, che nel 2020 si è dissociato dalla Cgil, ha bloccato gli accessi a due varchi del porto di Genova come forma di sciopero, sia contro il passaggio delle navi con armamenti, sia contro Leonardo e la Nato. "Ci diciamo un'altra cosa tra di noi - aggiunge Rudino nella sua arringa - ...ci siamo passati con il nostro compagno Rubio (lo chef, ndr) che è stata massacrato di botte l'anno scorso da quella gente lì: che non pensino di venire a Genova e di fare la stessa cosa a qualcuno di noi, perché da Genova non escono", aggiunge.

Dalle parti di Cambiare Rotta e Osa, i due collettivi di estrema sinistra degli studenti universitari e degli studenti medi, non hanno mancato di cogliere l'invito di Rudino e il prossimo 4 settembre hanno organizzato una "giornata di mobilitazione studentesca nazionale a sostegno della Global Sumud Flotilla" al grido di: "A lezione dai portuali e dalla classe operaia". Non è la prima volta che le due organizzazioni satellite di una certa sinistra extra-parlamentare si affiancano ai camalli: l'obiettivo è organizzare presidi sotto gli uffici scolastici regionali per chiedere il sostegno della flotilla, anche se al momento la sua parte più corposa è rintanata nel porto di Barcellona. "Come studenti da sempre a fianco della Palestina e dei lavoratori dell'Unione Sindacale di Base, rispondiamo all'appello del Calp Genova e della classe operaia che si organizza per bloccare la macchina del genocidio". Pretendono che le istituzioni scolastiche e universitarie sostengano pubblicamente la flotilla e lo fanno con il solito metodo. Ma c'è di più, perché se non otterranno quanto vogliono, proprio come invocato da Rudino, gli studenti sono pronti a bloccare la scuola. O almeno è quello che vorrebbero: "Se non fermano il genocidio fermeremo il Paese, se gli operai e gli sfruttati si mobilitano nulla è impossibile".

Sul "carro" della flotilla per Gaza è salito anche il partito del Carc con i soliti proclami sempre uguali e ripetuti da mesi, secondo il quale "serve imporre con la lotta e con l'organizzazione a livello locale e a livello nazionale il programma che questo movimento di solidarietà via via si sta già dando" per arrivare a "bloccare tutto e rendere il Paese ingovernabile fino a che tutto questo non sarà realizzato".

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica