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Murgia senza freni: "Su Israele sto con Hamas". Sdegno della comunità ebraica: inaccettabile

La scrittrice posta su Instagram una conversazione e rivendica le sue idee

Murgia senza freni: "Su Israele sto con Hamas". Sdegno della comunità ebraica: inaccettabile

«La penso come Hamas». Michela Murgia (foto) lo rivendica così, con fierezza, e nelle Comunità ebraiche sono letteralmente increduli: «È gravissimo e incomprensibile che possa sostenere queste tesi inaccettabili». Gli ebrei italiani sono davvero stupefatti per l'ultima uscita della scrittrice, di recente assurta all'improbabile ruolo di paladina progressista e del politicamente corretto, con la coerenza che si è vista anche in questo caso.

Senza un particolare motivo d'attualità, e un mese dopo la fine dell'ennesimo conflitto scatenato dagli attacchi delle milizie palestinesi, ieri Murgia ha pensato di far sapere al mondo come vede la questione arabo-israeliana, vicenda delicatissima che si è aperta quasi un secolo fa e si trascina per l'irriducibile ostinazione con cui le fazioni egemoni del mondo islamico e palestinese negano il diritto all'esistenza dello Stato d'Israele.

Mentre stava «pulendo la cartella delle immagini» nel telefono infatti, Murgia ha trovato un vecchio «screenshot», che considera cosa «di cui andare ancora fiere». E lo ha reso noto pubblicandolo sui social. Nella conversazione - fino a ieri privata, e poi sparita - Murgia rispondeva a qualcuno che sollecitava un suo giudizio sulla questione: «Non è affatto complicato - ha detto spavalda - La penso come Hamas». «Stai scherzando?» l'ha incalzata comprensibilmente l'interlocutore. «Non scherzo mai su Gaza» ha chiuso solenne l'opinionista.

Avrebbe fatto meglio a lasciare che lo scambio di idee privato restasse tale. «Pensarla come Hamas - ha reagito infatti la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello - significa sostenere il terrorismo islamista, volere lo sterminio degli ebrei, la sottomissione delle donne e la lapidazione degli omosessuali. È gravissimo ed incomprensibile che Michela Murgia possa sostenere queste tesi inaccettabili e intrise di odio».

Se questa «simpatia» pro Hamas fosse rimasta cosa intima, sarebbe stato meglio soprattutto per Murgia e per la sua immagine. Come è noto, infatti, Hamas è un movimento politico islamista, è stato fondato come sezione palestinese dei Fratelli musulmani, possiede un'ala armata dedita ad azioni di terrorismo e non a caso è considerata a tutti gli effetti un'organizzazione terroristica dall'Unione europea, oltre che dagli Usa e da Israele.

Inoltre Hamas coltiva posizioni antisemite, oltre che antisioniste, e si pone dichiaratamente l'obiettivo di distruggere lo Stato ebraico. Non solo, coltiva relazioni con Turchia e Iran e - in linea con la sua ispirazione islamista - propugna idee che in Occidente (dai compagni di Murgia) sarebbero considerate, con eufemismi, omofobe e misogine. Qualcuno ricorda che Murgia si è detta preoccupata del fatto che il commissario anti-Covid, Francesco Paolo Figliuolo, vada in giro in divisa (è generale alpino). «Non ho mai subito il fascino della divisa» ha spiegato. Forse le mimetiche, i passamontagna e le armi di una milizia islamista le fanno un altro effetto.

«Se si rendesse conto di quello che dice - chiosa amaro Andrea Orsini, deputato di Forza Italia e amico di Israele - Murgia si vergognerebbe di dirlo».

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