Nazioni Unite, lo show di Macron. "La Palestina è l'unica soluzione"

Il presidente francese: "È l'inizio di un percorso politico". Trump: "Premio a Hamas". Netanyahu: "Contro di noi propaganda diffamatoria. Risponderò di rientro dagli Usa"

Nazioni Unite, lo show di Macron. "La Palestina è l'unica soluzione"
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Momento cruciale per la Palestina al Palazzo di Vetro dell'Onu dove ieri, prima del via ai discorsi di alto livello per l'80esima Assemblea Generale, il presidente francese Emmanuel Macron ha ufficializzato il riconoscimento dello Stato di Palestina "nell'interesse della pace".

Al vertice che ospita con l'Arabia Saudita, il titolare dell'Eliseo guida gli sforzi per dare slancio alla soluzione dei due Stati, dopo che 142 Stati - tra cui l'Italia - hanno votato una risoluzione per attuarla. Il titolare dell'Eliseo è stato il primo ad annunciare alcune settimane fa la svolta di Parigi, seguito poi da altri importanti Paesi occidentali, come Gran Bretagna, Canada, Australia e Portogallo, che hanno anticipato la decisione domenica, mentre ieri la lista si è allungata ulteriormente con Belgio, Finlandia, Lussemburgo, Malta, Nuova Zelanda, San Marino.

Una mossa che aumenta la pressione su Israele, scatenando l'ira di Benjamin Netanyahu. Il premier afferma che Israele dovrà "combattere sia alle Nazioni Unite che su tutti gli altri fronti la propaganda diffamatoria rivolta contro di noi, e gli appelli a creare uno Stato palestinese che metterà in pericolo la nostra esistenza e costituirà un premio assurdo per il terrorismo". Anche l'America di Donald Trump gela gli alleati, definendo "puramente simbolico" il riconoscimento: "Il nostro obiettivo rimane una diplomazia seria, non gesti di scena", sottolinea un portavoce del dipartimento di Stato, mentre la portavoce della Casa Bianca ripete che per il presidente il riconoscimento di uno Stato palestinese è "una ricompensa per Hamas". E i media Usa gonfiano ulteriormente il caso: Washington starebbe valutando di imporre sanzioni all'intera Cpi per le indagini contro Israele.

Il leader francese ha ospitato il summit con il principe ereditario saudita Mohamed Bin Salman, e spiega all'americana Cbs che riconoscere oggi lo stato di Palestina "è l'unico modo di fornire una soluzione politica ad una situazione che deve finire, l'inizio di un processo politico da cui si attende un cessate il fuoco, il rilascio di tutti gli ostaggi e il ripristino degli aiuti umanitari a Gaza". Il ministro degli Esteri di Riad, principe Faisal bin Farhan, ripete a nome di bin Salman l'invito a tutti gli altri paesi a compiere il "passo storico" del riconoscimento "che avrà un grande impatto nel sostenere gli sforzi per l'attuazione della soluzione dei due stati". Il leader dell'Anp Abu Mazen invece, a cui gli Usa hanno rifiutato il visto, parla in videoconferenza. "Quello di oggi è l'inizio di un percorso irreversibile per porre fine all'occupazione", dice, ribadendo che "Hamas non avrà nessun ruolo nel governo di uno stato con una legge e una legittima forza di sicurezza, uno stato moderno e democratico basato su uguaglianza, potere alle donne, giustizia". Mentre il ministero degli Esteri dell'Anp plaude al riconoscimento della Francia: "Una decisione storica e coraggiosa".

E se il ministero degli Esteri del Regno Unito ha aggiornato la mappa dei territori palestinesi, con la Cisgiordania e Gaza indicate come Palestina, anziché come Territori palestinesi occupati, Netanyahu invece ripete che "uno Stato palestinese non verrà istituito, e la risposta al recente tentativo di imporre uno stato terroristico nel cuore della nostra terra verrà data dopo il mio ritorno dagli Usa". Il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres da parte sua, durante il vertice al Palazzo di Vetro - dove sono intervenuti oltre 30 Paesi, tra cui l'Italia con il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani - avverte che "la sovranità nazionale per i palestinesi è un diritto, non una ricompensa. E negarla sarebbe un regalo agli estremisti di tutto il mondo".

"Dobbiamo impegnarci nuovamente per la soluzione dei due Stati prima che sia troppo tardi - prosegue - Chi si oppone a questa soluzione è obbligato a rispondere a una domanda fondamentale: Qual è l'alternativa? Uno scenario con un solo Stato in cui ai palestinesi vengono negati i diritti fondamentali? Questa non è né pace né giustizia, e non farà che aumentare il crescente isolamento di Israele sulla scena globale".

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