
Motivi di ordine economico e in particolare legati all'aumento dell'affitto di casa, ragioni che avrebbero deteriorato l'amicizia che da un po' li legava. Sarebbe questo il movente che ha spinto l'operaio incensurato di 53 anni, Emanuele Mirti, nel tardo pomeriggio di mercoledì, a uccidere a coltellate il suo padrone di casa e conoscente Davide Gorla, 64 anni, all'interno della cartoleria e negozio di oggettistica di lusso di cui quest'ultimo era titolare, "Linea continua", in via Milano 4, nel centro storico di Busto Arsizio (Va). Mirti viveva infatti in un appartamento di Castellanza (Va) che Gorla - residente invece nella casa paterna di Rescaldina (hinterland milanese ai confini con la provincia di Varese) - gli aveva affittato già da qualche anno.
Gli investigatori della Squadra mobile di Varese, insieme ai colleghi del Commissariato di Busto Arsizio, hanno trovato Mirti a casa sua nelle ore successive all'accoltellamento mortale. L'uomo, che continua a negare ogni addebito insistendo di non avere nulla a che fare con l'assassinio di Gorla, avrebbe ammesso però di essere stato proprio mercoledì a Busto, nella corte antica che ospita la cartoleria, per incontrare il suo padrone di casa. Il fermo per omicidio volontario aggravato dai futili motivi nei suoi confronti è scattato poco dopo la mezzanotte.
A sostenere l'ipotesi del sostituto procuratore di Busto Arsizio Flavia Salvatore sul coinvolgimento dell'uomo ci sono alcuni testimoni che avrebbero visto quell'"uomo brizzolato di mezza età" con il coltello in mano mentre usciva di corsa dal negozio per fuggire negli attimi immediatamente successivi all'omicidio. Queste persone saranno chiamate a riconoscere il presunto assassino nelle prossime ore: sono state alcune di loro, che si trovavano dentro il negozio al momento del delitto, a testimoniare che Gorla ha gridato al suo assalitore "Ma cosa fai? Sei matto?" appena prima che lui lo aggredisse.
Ci sono poi le immagini delle tante telecamere del sistema di videosorveglianza del centro di Busto Arsizio. Che hanno ripreso Mirti non solo nei momenti precedenti e successivi all'omicidio, cioè mentre arrivava e andava via dalla cartoleria, ma lo hanno immortalato anche mentre, durante la fuga attraverso il centro della città, l'uomo si toglie la maglietta sporca di sangue per indossarne un'altra, arraffata nel negozio di Gorla subito dopo l'aggressione.
Mentre si attende ora l'interrogatorio di convalida del fermo da parte del gip l'operaio rimarrà in carcere a Busto Arsizio. La polizia, che ha sequestrato i locali della cartoleria e sta cercando gli indumenti sporchi di sangue del 53enne e l'arma del delitto (forse un tagliacarte che il presunto omicida ha trovato proprio nella cartoleria) ha prelevato dei reperti dalla sua vettura, ora al vaglio della Scientifica della questura di Varese. Secondo gli investigatori, infatti, dopo aver accoltellato Gorla Mirti sarebbe corso a recuperare la sua vettura (anche qui fanno fede le immagini delle telecamere) parcheggiata ai margini del centro di Busto Arsizio, per poi tornarsene a casa a Castellanza, dove lo troveranno più tardi.
L'Amministrazione comunale ha espresso
profondo cordoglio per la morte di Gorla, mostrando vicinanza ai suoi familiari e alla comunità dei commercianti. È stato in segno di rispetto, infatti, che sono stati annullati tutti gli eventi legati alla Festa Patronale.