Le città del Nord sono più ricche ed efficienti, quelle del Sud hanno meno occupati ma più sole. I piccoli centri sono più sicuri ma in quelli grandi c'è più da fare. Luoghi comuni assortiti tratto dal rapporto sulla qualità della vita pubblicato come ogni anno dal Sole 24 Ore con la classifica delle città in cui si vive meglio in Italia.La materia è affascinante, perfetta per il bar, ancor più in un'epoca in cui le liste fanno sempre notizia (quelle cose tipo: le tredici migliori pizzerie di Ancona; o i diciannove motivi per cui è meglio essere ricchi e felici che poveri e infelici). Tutto è arbitrarietà travestita da scienza. Comunque, il catalogo è questo: sono stati scelte sei macroaree (tenore di vita, affari e lavoro, servizi, ambiente e salute; popolazione; ordine pubblico; tempo libero) e per ogni categoria sono stati individuati sei indicatori sui quali è stato «pesato» il valore dei 110 capoluoghi di provincia italiani. Questo ha creato una classifica del vivere bene. La top ten? Bolzano, Milano, Trento, Firenze, Sondrio, Olbia-Tempio, Cuneo, Aosta, Siena e Ravenna. Tanto Nord, un po' di Centro, una spruzzatina di Sardegna al sesto posto. Milano nell'anno dell'Expo sale di sei posizioni, Roma nel suo annus horribilis ne perde quattro (dalla 12 alla 16). Le ultime 35 posizioni sono tutte del Sud e isole, la maglia nera Reggio Calabria (l'anno scorso era Agrigento). La peggiore del Nord è Asti (75° posto).Però, insomma, dài: hanno senso classifiche come queste se non per parlare del più o del meno? Ha senso scoprire che le città dove si spende più per andare all'estero sono Como, Varese e Trieste, vale a dire tre città dove se ti affacci dal balcone sei già oltreconfine? Cosa aggiunge sapere che le case più care sono, nell'ordine, a Roma, Milano, Firenze e Venezia? E pensate: a Trapani, Sassari, Iglesias e Napoli c'è un clima migliore che a nella malmostosa Parma, nella dolomitica Bolzano e nella zanzarosa Ferrara. Se poi ti ammali, occhio: meglio farlo in Lombardia: le sei province dove la sanità è più efficiente sono Begamo, Como, Monza-Brianza, Sondrio, Lecco e Brescia. Infine i turisti stranieri hanno la strana abitudine di preferire Roma, Milano, Venezia, Firenze e Verona a Isernia, Caltanissetta e Rieti. C'è poi il capitolo sicurezza. Spinoso. Risultati sorprendenti, ma solo a una lettura superficiale. Le città più insidiose sono infatti Bologna, Rimini, Milano e Torino. Ohibò: a Savona ci sono più frodi che a Napoli? A Milano ci sono più rapine che a Bari? A Pescara più estorsioni che a Caserta? Poi si capisce il trucco: tutto è dato dai dati del Viminale basati sul numero delle denunce. Quindi, al Sud si va meno dai Carabinieri un po' per abitudine, un po' per sfiducia nelle istituzioni. Ed ecco servita la qualità della vita (rima).
Detto che se vuoi una connessione web vai in Brianza, se vuoi un processo rapido nel Medio Campidano, se vuoi una libreria vai a Massa-Carrara, se vuoi un cinema alla Spezia, se vuoi un asilo nido a Bologna, spiegateci questa: Napoli è la città meno longeva d'Italia con 80 anni di vita media (Firenze, la più «immortale», ne ha 83,60) e di conseguenza quella con il più basso indice di vecchiaia, ovvero il rapporto tra over 65 e under 15. Solo che il primo dato è considerato negativo, e Napoli sta in fondo. E il secondo è psotivo, e Napoli sta in testa. Insomma, esser vecchi è un vantaggio o uno svantaggio? Fateci sapere, soloni del bel vivere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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