"Nessun aumento fino al 2026, vigileremo noi"

Il coordinatore Fi: "È una nostra battaglia, abbiamo fiducia nel presidente del Consiglio"

"Nessun aumento fino al 2026, vigileremo noi"

Antonio Tajani ha appena ascoltato Mario Draghi sulla riforma fiscale e le sue assicurazioni che non aumenteranno le tasse sulla casa o altro e, alla fine, il vicepresidente di Forza Italia è soddisfatto.

Dopo il voto gli analisti hanno previsto una nuova stabilità per il governo, ma nel primo consiglio dei ministri la mina fisco con la riforma del catasto subito agita gli animi soprattutto nella Lega. Però il premier ora quella mina la disinnesca.

«Ci siamo molto impegnati per evitare un aumento delle tasse e abbiamo fiducia in Draghi. È nostra la battaglia per abbassare le tasse, sulla casa, su Irpef e Irap e si va nella giusta direzione se fino al 2026 non ci saranno aumenti. È anche una nostra vittoria. Vigileremo in Parlamento sulla legge delega, per evitare tentativi surrettizi da sinistra».

Berlusconi, festeggiando la vittoria di Fi in Calabria, ha detto che bisogna impegnarsi per i ballottaggi. Che si deve fare per vincere?

«Dobbiamo raccogliere i voti di chi non è andato a votare, di chi può cambiare idea. È il momento della coesione, per vincere dobbiamo evitare le polemiche. Con i ballottaggi si riparte da zero e tutti si possono vincere».

Le partite aperte sono tre e la più importante è a Roma, dove Michetti è in testa: a quali voti deve guardare per superare Gualtieri?

«Deve guardare agli elettori di Calenda, moderati che non sono inquadrati, che hanno pensato che poteva rappresentare un progetto alternativo alla sinistra. Lui non potrà dare indicazioni di voto, perché il suo elettorato è troppo eterogeneo. E Michetti deve anche guardare ai tanti astenuti, nelle periferie, delusi del M5s».

A Torino Damilano è al secondo posto, ma con il 39% dei consensi.

«Eccellente candidato, un imprenditore che rappresenta competenza, affidabilità e concretezza. Lavoreremo per lui».

Il sindaco uscente di Trieste Dipiazza, di Fi, sembra sicuro di aver già vinto.

«È sul piede giusto, in pole position perché è stato molto apprezzato e amato come sindaco. Faremo in modo di aiutarlo a sconfiggere l'avversario. Come in tanti altri ballottaggi, da Caserta a Latina a Isernia. Noi di Fi faremo la nostra parte».

Salvini ha già annunciato un vertice dopo-elezioni e sembra pronto all'autocritica: chiederete di ridiscutere la scelta di candidati sindaci civici?

«Adesso l'impegno principale è quello di lavorare, senza polemiche, per i ballottaggi. Dopo si potrà migliorare, scoprire dove sono gli errori, come riorganizzarci».

La Meloni parla di pareggio, dice che Fdi è il primo partito della coalizione e nega che il risultato delle elezioni sia stato negativo per il centrodestra.

«Sono d'accordo che non sia una sconfitta del centrodestra. Si può fare di più, ma non sono per l'autoflagellazione. A Torino siamo per la prima volta al ballottaggio, in Calabria abbiamo vinto, c'è il rammarico di aver perso a Napoli, dove c'è stato un problema con la cancellazione di 4 liste e a Milano, dove purtroppo si è deciso tardi, se si fosse scelto subito Albertini o Lupi i risultati sarebbero stati diversi, anche se stimo Bernardo».

Berlusconi, evocato da destra ma anche da sinistra come unico federatore possibile del centrodestra, sembra deciso a tornare in campo e preparare le prossime politiche. Qual è il suo ruolo oggi?

«Lui è il padre, il fondatore del

centrodestra. Il suo ritorno, dopo una fase di non presenza per scelte dei medici sarà importante a preparare il voto del 2023. Dovremo arrivarci con un centrodestra unito, coeso, con un'anima liberale, garantista, legata al Ppe».

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