"No a velo e burqa". Cartelli in corsia e uffici pubblici

"Per ragioni di sicurezza è vietato l'ingresso con volto coperto"

"No a velo e burqa". Cartelli in corsia  e uffici pubblici

"Per ragioni di sicurezza è vietato l'ingresso con volto coperto". Entrando negli ospedali lombardi, i pazienti da ieri si sono trovati davanti un cartello con questo messaggio - tradotto anche in inglese, francese e arabo - e tre immagini esplicative: un burqa, un niqab e un casco integrale con una X sopra. Primo segno visibile della delibera di Giunta con cui Palazzo Lombardia ha esplicitato nei giorni scorsi il divieto, previsto da una norma nazionale, di accedere con velo integrale e qualunque altro accessorio che coprendo il volto renda difficile l'identificazione della persona, in strutture sanitarie e uffici del sistema regionale. Il «manifesto» che riassume le nuove disposizioni in materia di rafforzamento della sicurezza è stato inviato via email ai vertici degli enti interessati con la richiesta di «provvedere con effetto immediato all'affissione del cartello».

Le strutture dovranno occuparsi anche della «comunicazione interna, attraverso gli strumenti più idonei a garanzia della più ampia capillarità e diffusione delle misure». Non solo: la Regione definisce «opportuno che le aziende predispongano istruzioni operative e formino il personale di front office per garantire la corretta e rigorosa applicazione della disposizione».

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