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"Non arretriamo di un millimetro". Letta cerca lo scontro sullo ius scholae

Il segretario del Pd choc: "Chi si oppone non vuole nessuno che non abbia continuità con la razza italiana". L'ira del centrodestra: "Inaccettabile, le sue minacce non spaventano"

"Non arretriamo di un millimetro". Letta cerca lo scontro sullo ius scholae

Il Partito democratico si intestardisce, abbassa la testa e prosegue dritto nel tentativo di portare a casa un risultato bandiera da poter sventolare in vista delle elezioni politiche. Così lo Ius scholae diventa una battaglia del fronte giallorosso che, nonostante si autodefinisca responsabile e garante assoluto di stabilità, è pronto a creare un caos totale in Parlamento.

Forza Italia e Lega sono stati chiari: la legge sulla cittadinanza e la legalizzazione della cannabis non sono priorità, anche perché sono temi divisivi e rischiano di compromettere l'equilibrio della maggioranza. Ma evidentemente a Enrico Letta non importa nulla, visto che ha rincarato la dose e ha usato parole che lasciano presagire una lotta politica in Aula.

Letta cerca lo scontro

Il segretario del Partito democratico ha assicurato che "noi non arretriamo di un millimetro", garantendo inoltre che "non subiremo ricatti". L'ex premier ha aperto a un possibile compromesso con le altre forze politiche pur di arrivare al risultato sperato, ma ha voluto mettere le cose in chiaro e avvertire che su questo "non abbiamo intenzione di tirarci indietro". L'obiettivo è evidente: approvare la norma entro la fine della legislatura, prevista per il 2023.

Il numero uno del Pd ritiene che legare la discussione in Parlamento sullo Ius scholae alla sopravvivenza del governo sia una mossa del tutto errata: a suo giudizio un esecutivo può andare in crisi "per fatti drammatici" e non per il riconoscimento della cittadinanza agli stranieri.

E ha sferrato un attacco choc a chi si oppone: "Se fanno barricate anche sullo Ius scholae vuol dire che alla fine non vogliono nessuno che non abbia continuità con la razza italiana. Se si mettono di traverso vuol dire che non li vogliono e puntano a costruire una propaganda per scacciare la diversità". Senza far mancare una stoccata a Matteo Salvini e Giorgia Meloni: "I patrioti non sono loro che non lo vogliono, i patrioti siamo noi che lo vogliamo".

Forse Letta dimentica che le priorità sono altre, che gli italiani chiedono a gran voce di intervenire in maniera rapida sull'aumento dei prezzi, sui rincari del carburante e sull'emergenza bollette. "Si può fare insieme agli altri provvedimenti sulle bollette, sul lavoro, sulla precarietà, su come dare una mano agli agricoltori in difficoltà per la siccità", è però la sua convinzione.

L'ira del centrodestra

Per Annagrazia Calabria, deputata di Forza Italia, le dichiarazioni fortissime di Letta "sono inaccettabili e denotano una presunzione e una chiusura al dialogo senza pari". Arrivata anche la reazione di fonti della Lega: "Spiace che il Pd, che una volta rappresentava i lavoratori, adesso abbia come priorità droga e immigrati. Le minacce di Letta? Non spaventano nessuno, Enrico stia sereno".

La mossa in Parlamento

Sullo Ius scholae lo scontro è apertissimo. Il centrodestra di governo ha già preso una posizione ben precisa, chiedendo al Partito democratico e al Movimento 5 Stelle di non sottrarre tempo prezioso alle discussioni su tematiche prioritarie. E invece il fronte giallorosso non si arrende, rilancia una dopo l'altra le proposte più divisive (come ad esempio il ddl Zan) per poi recitare la parte delle vittima.

La Lega ha promesso che farà barricate in Parlamento: sono già pronti 1.500 emendamenti alla proposta di legge sullo Ius scholae. Una valanga di proposte correttive che, almeno nelle intenzioni, dovrebbe fare da freno alle provocazioni di Pd e M5S. Matteo Salvini ha chiesto lo stop dell'iter in Parlamento dei provvedimenti su legalizzazione della cannabis e Ius scholae: "Mentre gli italiani hanno problemi di stipendi troppo bassi e bollette troppo alte, la sinistra blocca il Parlamento con leggi per legalizzare le droghe e regalare cittadinanze agli immigrati.

Una follia, un insulto non solo alla Lega ma soprattutto ai milioni di cittadini in difficoltà".

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