Non solo Elba, rom via anche in mezza Europa

L'allontanamento dall'isola diventa un caso nazionale. Ma in molti Paesi è ormai prassi

Non solo Elba, rom via anche in mezza Europa

Alla domanda: «Scusi sindaco, ma lei si è ispirato alla gauche anti-rom del ministro degli Interni, Valls?», sulla testa del sindaco di Portoferraio (Livorno), Mario Ferrari, spunta un enorme punto interrogativo.

Il sospetto che la domanda - considerata la zona geografica - venga da un bischero del mensile satirico Il Vernacoliere è forte, ma Ferrari non si scompone: «I rom in Francia non mi interessano, io mi preoccupo dei nomadi nel mio Comune». Ferrari è sulla bocca di tutti; l'ordinanza con cui, giorni fa, ha allontanato dal suo Comune un gruppo di famiglie rom - diventate un «problema di ordine pubblico e sanitario» - lo ha trasformato nell'uomo del giorno.

La «cacciata» dei rom dall'isola d'Elba è assurta a caso nazionale. C'è chi ha gridato allo scandalo e chi, più pacatamente, ha rilevato una cosa molto semplice: e cioè che liberare il proprio territorio dai nomadi «fuorilegge» è una procedura a norma di legge. E che nessuno parli di razzismo. Salvo che si voglia dare del razzista anche a un personaggio come Hollande che, all'indomani del suo insediamento sulla poltrona che fu di Sarkozy, fece dichiarare per bocca del suo ministro degli Interni (per di più «socialista») che «i rom hanno uno stile di vita in contrasto col nostro». E poi, per chi non avesse capito l'antifona, aggiunse: «Non ci sono soluzioni alternative allo smaltimento progressivo dei campi occupati dai rom al loro rinvio alla frontiera. La verità è che solo poche famiglie rom sono interessate all'integrazione». Risultato: nei primi tre mesi del suo governo furono subito migliaia i rom sgomberati. Nel 2014 fu la volta delle elezioni amministrative e la questione-rom divenne ancora più stringente (con inevitabili venature strumentali). Un esempio per tutti: le parole della candidata del centrodestra alla municipali di Parigi, Nathalie Koschiunko-Morizet: «Ho l'impressione che i rom molestino i parigini; vanno ripristinate le ordinanze contro l'accattonaggio aggressivo; basta con le bande di rom che tentano di depredare la popolazione». Roba che neppure Matteo Salvini sul prato di Pontida... Risultato della politica anti-rom di Hollande? Ad oggi quasi la metà dei 20 mila rom che vivevano sul territorio francese sono rientrati nelle nazioni di origine: per lo più Romania e Bulgaria. Trend simile, anche se con percentuali inferiori, si registrano anche in un paese tradizionalmente all'avanguardia nel rispetto dei diritti umani come la Gran Bretagna. Stesso discorso in Spagna e Belgio.

L'«accordo» stipulato quindi dai sei sindaci dell'Elba per tenere lontane dall'isola i rom, trova quindi dei precedenti in importanti paesi europei. Riscontri internazionali che interessano poco il sindaco di Portoferraio: «A farmi intervenire sono state le lamentele arrivate in Comune per situazioni intollerabili di sporcizia, degrado ed elemosina in spiaggia».

Le famiglie rom venerdì mattina si sono imbarcate, guidate dai carabinieri e dalla polizia municipale, su un traghetto diretto a Piombino. Alla vicenda di Portoferraio è seguita una reazione a catena da parte degli altri comuni dell'Isola d'Elba; tra giovedì e venerdì tutti hanno emesso la stessa ordinanza.

Soddisfatta la popolazione. A cominciare dalla signora Linda Del Bono che ha spedito la seguente letterina al consigliere comunale Pd, Pino Coluccia, molto critico nei riguardi dell'ordinanza dei sindaci elbani: « Sono stata un pomeriggio con mia figlia al mare, per lungo tempo senza fare i l bagno per controllare che non mi venisse sottratta la borsa, e sinceramente, sarò esagerata, con la paura che mi venisse sottratta la figlia.

Una "tribù", mi si passi il termine, composta da trenta persone di cui una quindicina di bambini che hanno battuto tutto il giorno la spiaggia puntando con evidente intento furtifero borse, zaini, passeggini».

E dinanzi all'«intento furtifero», alziamo tutti le mani.

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