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Nord senza prof? Colpa anche del carovita

Polemiche sul ministro Valditara. Ma su 170mila posti vacanti, il 55% è al Settentrione

Nord senza prof? Colpa anche del carovita

«Valditara vuole dividere l'Italia». Addirittura. «Valditara torna alle gabbie salariali». «Valditara vuole una scuola solo per ricchi». Sindacati e Pd nemmeno si sono presi la briga di analizzare l'idea del ministro all'Istruzione per riequilibrare gli stipendi dei prof. Davanti a loro vedono solo un esponente di Fratelli d'Italia e allora lo devono combattere. Lo fanno con cliché triti e vecchi di 50 anni. Ma non capiscono che stanno rischiando di affossare una proposta che potrebbe avere senso. O che almeno potrebbe essere un tentativo di affrontare un problema fermo e uguale a se stesso da anni. L'obbiettivo del piano per i prof è quello di tenere conto del caro vita nella definizione degli stipendi dei docenti che si trasferiscono al Nord per insegnare. Che non significa nè scardinare il contratto nazionale, nè ritornare alle gabbie salariali.

L'idea è in linea con quanto promuove anche il ministro dei Trasporti Matteo Salvini: il contratto nazionale deve «essere unico», ma gli enti locali «virtuosi» devono essere in grado di «premiare chi decide di spostarsi per lavorare».

Il problema è reale e si ripresenta ogni santo inizio di settembre: in Italia ci sono 850mila insegnanti ma puntualmente circa 170mila cattedre restano vacanti. Di queste il 55% (e in alcune zone il 60%) sono al Nord. Addirittura all'inizio di questo anno scolastico sono state contate cinque cattedre vuote ogni dieci, sette se si considerano gli insegnanti di sostegno. Un incubo. Per chi insegna e per chi impara che si trova puntualmente ad affrontare anni scolastici a singhiozzo.

Perché la dissonanza resta irrisolta, anno dopo anno? Perchè i posti di lavoro liberi sono al Nord, i prof precari sono principalmente al Sud. Il problema è che non è semplice trasferirsi in città come Milano (dove un bilocale costa, se va bene, 800 euro) quando lo stipendio netto a inizio carriera è di 1.300 euro e a fine carriera arriva al pelo ai 2mila euro. Trovare il modo di riequilibrare gli stipendi in base al caro vita potrebbe dare ai prof più motivazione a trasferirsi (e a rimanere) e ridarebbe agli studenti la continuità e la stabilità che meritano. Dopo anni di rinunce al posto e di presidi impegnati a rincorrere supplenti, forse è ora di tentare un cambiamento.

Per di più, tra il 2008 e il 2012 le buste paga della primaria e secondaria di primo grado sono diminuite in media del 2%. Inoltre, dal 2005 al 2012, le retribuzioni dei docenti di ogni grado e con 15 anni di esperienza sono scese del 4,5%. Perdita compensata, in parte e comunque a livello individuale, dagli scatti di anzianità. Soffermandosi per un attimo sui posti di sostegno, una «riforma» si rivela quanto mai urgente: il 62% dei posti liberi sono al Nord, a fronte di un 23% di posti liberi al Centro e un 14% nel Sud. La situazione al Nord è resa ancora più drammatica per le famiglie con figli che necessitano del sostegno, per via del fatto che la maggior parte delle graduatorie con abilitati e specializzati sono vuote o con pochi candidati. In totale parliamo di 19.286 cattedre vuote al nord, contro le 7.113 al Centro e 4.352 al Sud.

Per non toccare contratto e busta paga, l'aumento mensile potrebbe essere scandito da benefit. Come nelle aziende.

La proposta è tutta da articolare ma finora trova l'apertura solo da parte dell'associazione presidi Anp.

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