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Allarme rosso nel governo: così minano il lavoro di Draghi

Sistematiche operazioni di logoramento interno nell'esecutivo preoccupano il Colle alla vigilia del semestre bianco ma il premier appare tranquillo

Allarme rosso nel governo: così minano il lavoro di Draghi

Semestre bianco e campagna elettorale preoccupano il Quirinale, perché Mario Draghi sta per iniziare il suo periodo più complicato, che coincide con l'iter della riforma della giustizia di Marta Cartabia. Sono queste le indiscrezioni raccolte da Marco Antonellis per Italia Oggi. Il presidente del Consiglio appare comunque saldo al comando, mantiene la rotta e tira dritto, ascoltando i partiti ma senza condizionamenti.

La calma mostrata da Mario Draghi potrebbe nascondere una situazione di tensione a Palazzo Chigi, nonostante le redini dell'esecutivo sembra siano ben salde tra le mani del premier. Lo dimostra quanto accaduto con le nomine Rai, in particolare con il voto di presidenza per Marinella Soldi, che potrebbe essere solo l'anticamera dell'autunno che aspetta il presidente del Consiglio a pochi giorni dall'inizio del semestre bianco.

"La votazione sulla Soldi per la presidenza Rai dove sono venuti a mancare ben 7 voti dalle fila della maggioranza è stata solo un primo avvertimento", dicono fonti di Palazzo Chigi raccolte da Antonellis, secondo il quale la percezione di Palazzo Chigi è che la solidità necessaria per portare avanti le riforme stia vacillando in queste settimane. Non certo una giusta premessa per i lavori che attendono Mario Draghi nei prossimi mesi.

Ufficialmente, e per voce di Giuseppe Conte, i grillini rassicurano la maggioranza e il presidente del Consiglio ma nei fatti ostacolano la riforma della Giustizia a suon di emendamenti che dovranno ora essere discussi in Parlamento. Anche Matteo Salvini ha più volte garantito il suo appoggio all'esecutivo ma deve mediare con le aspettative della sua base elettorale. Come sempre impalpabile e senza personalità il Partito democratico di Enrico Letta, che segue con inerzia quanto deciso da Draghi, più per salvarsi la faccia che per convinzione. Dopo quanto accaduto con la Rai, da piazza Colonna temono che potrebbero esserci altri campanelli d'allarme durante il semestre bianco, che andrebbero a minare ulteriormente la stabilità del governo.

Ne è prova la prima minaccia dei grillini all'esecutivo, che per voce di Fabiana Dadone paventano la possibilità di far dimettere i ministri del M5s nel caso in cui la riforma della giustizia dovesse passare senza modifiche. Per ora è solo un'idea, niente di concreto, ma conferma le preoccupazioni del Colle.

"Proveranno a logorare l'esecutivo. Non vogliono farlo cadere perché non ne hanno la forza ma proveranno a minarne la tenuta e ad appannare l'immagine di Mario Draghi", ha dichiarato a Marco Antonellis un parlamentare di grande esperienza che conosce molto bene le dinamiche di Palazzo Chigi. "Picconando" dall'interno, l'obiettivo non dichiarato è quello di ridurre la forza operativa dell'esecutivo di Draghi e di spuntare le frecce a disposizione nel suo arco. Per questa ragione il Quirinale non può stare tranquillo. La mole di emendamenti del Movimento 5 Stelle alla riforma Cartabia, spinta anche dal Colle, non è un bel segnale dalla maggioranza.

Giuseppe Conte non ha mai instaurato un vero rapporto con Mario Draghi e questo potrebbe minare le sicurezze del presidente del Consiglio in un momento di grande difficoltà in cui il Paese e il suo governo dovrebbero dare prova di forza e compattezza anche agli occhi dell'Europa.

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