Nuovo commissario in Calabria? Tutti dicono no e Conte va in tilt

Il governo, dopo il pasticcio sulla sanità calabrese, non riesce a trovare un nuovo profilo a cui affidarsi. Anche Tronca e D'Andrea gli chiudono la porta in faccia

Nuovo commissario in Calabria? Tutti dicono no e Conte va in tilt

Il governo ha fatto un vero e proprio pasticcio sulla sanità in Calabria e adesso non riesce a venirne fuori. Nel giro di pochi giorni ha collezionato una serie di figuracce che non solo ha dimostrato l'incapacità di individuare profili affidabili, ma ha anche provocato ulteriori danni ai cittadini calabresi. È stato un vero e proprio disastro: il generale Saverio Cotticelli, dopo aver scoperto solamente in televisione di doversi occupare del piano Covid, si era dimesso. Allora l'esecutivo aveva fatto affidamento a Giuseppe Zuccatelli, che però si era reso protagonista di un video - pubblicato in esclusiva da ilGiornale.it - in cui sosteneva l'inutilità delle mascherine e che per beccarsi il Covid-19 bisogna inserire la lingua nella bocca di un positivo per 15 minuti.

Anche il manager sanitario è arrivato alle dimissioni e a quel punto i giallorossi avevano deciso di puntare su Eugenio Gaudio. Peccato però che pure l'ex rettore de La Sapienza abbia rovinato i piani del premier Giuseppe Conte: a causa di "motivi familiari" non ha accettato la proposta. Così la Regione Calabria ha perso il suo terzo commissario in appena due settimane. Ora il governo ha a disposizione un ventaglio di opzioni che conta di chiudere il prima possibile, ma la nomina del prossimo commissario alla sanità sarà tutt'altro che facile. Il presidente del Consiglio si è visto rifilare altri due "no" in pochissime ore: a chiudergli la porta in faccia sarebbero stati sia l'ex prefetto Francesco Paolo Tronca (alle spalle la gestione commissariale del Comune di Roma dopo la decadenza del sindaco Ignazio Marino) sia Federico D'Andrea (ex ufficiale della Guardia di finanza e già investigatore di Mani Pulite).

Il "no" di Tronca

La sua figura era stata ritenuta idonea per gestire una situazione così complessa, considerata soprattutto la sua predisposizione alla gestione manageriale. Era visto come un uomo delle istituzioni, in grado di adottare il pugno duro quando necessario e allo stesso tempo di ricorrere alla sua notevole capacità di mediazione. Come riporta La Stampa, avrebbe avuto un incontro a pranzo con il viceministro Sileri, ma poi avrebbe declinato l'invito direttamente a Conte.

Si defila anche D'Andrea

Federico Maurizio D'Andrea era riuscito nell'impresa di mettere d'accordo praticamente tutti, ma aveva espresso più di qualche perplessità sui tempi dell'incarico. Pare che abbia accettato la proposta dell'esecutivo, ma non a tempo indeterminato. I suoi paletti, fa sapere La Repubblica, avrebbero complicato l'arrivo in Calabria. "Il commissariamento deve avere un tempo definito", aveva assicurato il premier ai sindaci calabresi incontrati recentemente a Roma.

Stando al Decreto Calabria bis, il supercommissariamento della sanità dovrebbe avere un limite temporale di due anni, da prorogare eventualmente solo di altri 12 mesi. Adesso il governo si è impantanato ancora di più e il presidente del Consiglio è andato in tilt.

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