Politica estera

Nuovo processo contro Navalny: rischia 30 anni. Lui sfida Putin

Un nuovo processo con l'accusa di "estremismo" è cominciato ieri nei confronti dell'oppositore russo Alexei Navalny

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Un nuovo processo con l'accusa di «estremismo» è cominciato ieri nei confronti dell'oppositore russo Alexei Navalny. La prima udienza, riferisce il canale televisivo Dozhd, si è aperta presso la colonia penale di Vladimir dove Navalny sta già scontando una pena a nove anni di reclusione per frode, un'accusa che ha sempre respinto affermando che è politicamente motivata. Con Navalny siede sul banco degli imputati Daniel Kholodny, ex direttore tecnico del canale Navalny Live. I giornalisti non sono ammessi nell'aula ma in una stanza separata dove possono seguire l'udienza attraverso il sistema televisivo a circuito chiuso. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, rispondendo ai giornalisti, ha fatto sapere che il Cremlino non seguirà il processo. È stato un tribunale russo a decidere che il processo all'oppositore si svolgerà a porta chiuse. Tenere il nuovo processo ad Alexei Navalny a porte chiuse è «scandaloso». È il commento del padre dell'oppositore del Cremlino. «Nessuna vergogna, nessuna coscienza, nessun onore», si è lamentato Anatolii Navalny, all'uscita della colonia penale a Mekhovo, 250 km a est di Mosca, dove è rinchiuso il figlio che con la nuova accusa di «estremismo» rischia fino a 30 anni.

Intanto ieri, proprio mentre iniziava il nuovo processo, Navalny ha lanciato un appello per a una campagna contro il conflitto in Ucraina e contro quelle che definisce «le menzogne di Putin». In un messaggio postato sul suo sito, Navalny ammette che sarà una «campagna lunga, dura, estenuante», ma si dichiara sicuro che potrà dare risultati, coinvolgendo quel «20% della popolazione che ha parenti o conoscenti tra i morti in questa guerra».

La campagna, sottolinea, dovrà essere portata avanti contattando i cittadini via telefono e soprattutto app di messaggi.

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