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Occhio Donald, se non ti arrendi alla Casa Bianca arriva la Pelosi

E se la guerra sul voto durasse oltre il 20 gennaio? La presidenza potrebbe finire alla speaker della Camera

Occhio Donald, se non ti arrendi alla Casa Bianca arriva la Pelosi

Non gli conviene. Insistere, tener duro, intestardirsi. A Trump non conviene soprattutto tirarla troppo per le lunghe, a meno che non sia, cosa sempre più difficile da dimostrare, certo di quello che sbandiera. Perché se insiste alla Casa Bianca potrebbe ritrovarsi qualcuno di peggio di Joe Biden, la nemica delle nemiche, il demonio in persona. Perché tra i diversi scenari estremi possibili della crociata di Trump c'è quello di arrivare al 20 gennaio con la disputa sul voto presidenziale non ancora risolta. A mezzogiorno in punto del 20 gennaio Donald Trump non sarà più presidente e Joe Biden non lo sarebbe ancora. E in quel caso potrebbe scattare una reggenza provvisoria in attesa che la questione si risolva. E il primo in lista, la prima in lista di successione, è lo speaker della Camera, Nancy Pelosi. Quella che gli ha strappato il discorso dello Stato dell'Unione, quella che lo trascinato a un passo dall'impeachment, poi respinto dal Senato, quella che ha invocato il 25mo emendamento che consente di sostituire un presidente incapacitato, «perché prende chiaramente medicine e chiunque di noi assuma farmaci di quella serietà è in uno stato alterato», quella che alla vigilia del voto aveva dichiarato sibillina, scatenando una bufera «Biden sarà presidente qualsiasi sia il risultato finale». Sarebbe tragicomico per The Donald che la prima donna presidente degli Stati Uniti, anche se a interim, possa essere la sua peggior nemica proprio grazie al suo intestardirsi a non dichiararsi sconfitto.

Certo per diventare presidente temporaneo, magari per pochi giorni, la Pelosi dovrebbe dimettersi dalla Camera: e la cosa non sarebbe un sacrificio di poco conto. Se però volesse cedere il passo il secondo in linea di successione sarebbe l'ottantasettenne senatore repubblicano Charles Ernest «Chuck» Grassley, presidente pro-tempore del Senato, eletto nello Iowa) Anche in questo caso Grassley dovrebbe dimettersi. Il terzo in linea sarebbe il segretario di stato, ed ex direttore della Cia, Mike Pompeo e quindi , ma solo per essere pignoli, al ministro del tesoro Steven Mnuchin. Ma questa, per il momento almeno, resta ancora fantapolitica.

Forse proprio per questo le due massime autorità democratiche a Capitol Hill Nancy Pelosi, appunto, e il capo della minoranza al Senato, Chuck Schumer hanno sollecitato i Repubblicani del Congresso a riconoscere la vittoria di Biden e a collaborare per risolvere le emergenze del Paese, a partire dall'epidemia di coronavirus. «Fermate il circo e mettetevi a lavorare su quello che conta davvero per il popolo americano» ha detto la Pelosi con il suo tradizionale aplomb. «È una sventura che i Repubblicani abbiano deciso di non rispettare il volere del popolo». Pensate dovesse ritrovarsi, per puro caso, nello Studio Ovale.

Nemmeno i Navy Seals potrebbero salvarlo.

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