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Omosessuali, Amazon si sottomette alla "sharia"

I diritti umani non sono universali. Lo mostra, semmai ce ne fosse bisogno, la scelta di Amazon di ammainare la bandiera arcobaleno negli Emirati Arabi

Omosessuali, Amazon si sottomette alla "sharia"

I diritti umani non sono universali. Lo mostra, semmai ce ne fosse bisogno, la scelta di Amazon di ammainare la bandiera arcobaleno negli Emirati Arabi. La storia è questa. Il governo di Abu Dhabi dal 2017 fa pressioni sul gigante del commercio globale per togliere dai magazzini locali i prodotti che evocano l'omosessualità. Ora ci è riuscito. Non si possono più vendere. Amazon si è arresa, senza fare rumore, con un sussurro, facendo sparire la merce indesiderata come se fosse una incresciosa fatalità. È la dura legge degli Emirati, che rivendica i suoi principi religiosi e rifiuta la visione del mondo occidentale. Discriminare, per la terra dei petrodollari, non è peccato. Anzi, è un dovere. Lo dice la Sharia.

Il codice penale prevede per il reato di sodomia carcere e frustate in pubblico. La legge punisce «qualsiasi maschio vestito con un abbigliamento femminile che entra con questo travestimento in un luogo riservato alle donne o dove c'è presenza di donne». La parola transgender è bannata. È così che alla fine Amazon ha accettato di nascondere gadget e bandiere arcobaleno, una lunga lista di libri, tra cui Bad Feminist di Roxane Gay e Gender Queer: A Memoir di Maia Kobabe, e di cancellare dai motori di ricerca 150 parole chiave. La risposta di Amazon è il classico esempio di chi si rifugia nella ragion di Stato e l'azienda di Jeff Bezos ragiona ormai come un impero senza frontiere. La filosofia è inclusiva. Non si discrimina, ma poi bisogna tenere conto delle realtà territoriali. «Dobbiamo anche rispettare le leggi e i regolamenti locali». La storia di Amazon incarna un problema.

I «pride» rivendicano giustamente i diritti Lgbtq+ e accusano la cultura occidentale, e i valori liberal democratici, di non fare ancora abbastanza per cambiare le cose. Ci può stare, ma quando poi si finisce per simpatizzare con i nemici dell'Occidente, e accade più spesso di quanto si pensi, si sta dalla parte dei governi liberticidi. Si arriva a dire: lì è così. È la loro cultura e va rispettata. Davvero? Ci sono 72 Stati dove l'omosessualità è reato. In undici Paesi la massima punizione (se recidivi) è la morte: Afghanistan, Iran, Pakistan, Qatar, Arabia Saudita, Emirati arabi, Yemen, Mauritania, Nigeria, Somalia e Sudan.

Non si perdona New York ma poi si chiudono gli occhi davanti agli Emirati Arabi o al Qatar.

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