Opera choc a Napoli: Salvini con la pistola fa fuori due migranti

In mostra a Napoli la scultura. L'autore: «Volevo provocare». Il leghista: «Squallore»

Opera choc a Napoli: Salvini con la pistola fa fuori due migranti

Più che Scuotto, bollito. È la triste parabola «artistica» di tale Salvatore Scuotto, il quale per farsi un po' di pubblicità non ha trovato di meglio che rappresentare Matteo Salvini in versione killer contro due migranti. La coppia di profughi è a bordo di una zattera. Ad attenderli c'è lui, il leader leghista. Con una pistola in pugno e rosario al polso. Pronto a fare fuoco. Dalla canna dell'arma spunta un foglietto con scritto Game Over. Un'opera che se non accredita Scuotto come guru della scultura, certo lo lancia nell'empireo scultoreo dei gran paraguru. Il «capolavoro» si intitola La pacchia è finita! ed è in mostra da ieri a Napoli nell'ambito della collettiva Virginem = Partena, curata da Biancamaria Santangelo, nella galleria Nabi Interior Design. Scuotto è un membro attivo di un gruppo d'«avanguardia» che si chiama Scarabattola, specializzato nel «fare scandalo» inserendo nei presepi «personaggi provocatori». È un trucchetto che, nel mondo dell'arte, è vecchio come il cucco: abbinare un'immagine sacra (Gesù, Madonna, Santi, Crocefissi) a qualcosa di estremamente profano o addirittura repellente (diavoli, organi sessuali, deiezioni umane, carcasse animali). Una scorciatoia, squallidamente banale, tipica dei «creativi» incapaci di creare alcunché.

Ultimamente questi «artisti alternativi» hanno pensato di sostituire le icone religiose con i signori della politica che monopolizzano la scena mediatica. Salvini, su questo fronte, non ha rivali, e allora eccolo trasformarsi nel soggetto di riferimento per gente come Scuotto e lo street artist Beast che a Milano ha rappresentato il leader leghista addirittura in versione Hitler.

Salvini liquida la questione con poche parole: «Cosa non si fa per farsi un po' di pubblicità, che squallore. La scultura che mi raffigura mentre sparo agli immigrati è una vera schifezza, è istigazione all'odio e alla violenza, altro che arte. Non vedo l'ora d tornare presto a Napoli. Ma per ammirare i fantastici presepi tradizionali, non queste porcherie».

Da parte sua l'«artista» fa sfoggio di «coerenza»: «Quando mi hanno invitato alla mostra non volevo partecipare, poi ho annunciato che avrei creato volutamente qualcosa di disturbante».

Intervistato da Il Mattino di Napoli, Scuotto mostra di avere poche idee ma ben confuse: «Non ho ideato questa parodia salviniana perché sono comunista. Al massimo aspirerei ad essere anarchico. Non credo alla sinistra, perché è troppo tiepida. Non voglio esprimere alcuna appartenenza ma so in cosa non credo».

Reazioni da parte dell'intellighentia di sinistra all'attacco contro Salvini, alias «assassino di profughi»?

Nessuno. Da parte dei salotti radical chic l'indignazione è sempre a senso unico: chi è preso h24 a difendere (giustamente) la senatrice Liliana Segre dagli odiatori degli ebrei, non può certo perdere tempo a condannare una scultura che rappresenta Salvini come un bounty killer di disperati di colore.

Intanto Scuotto ha deciso di firmare La pacchia è finita! con uno pseudonimo: Morales.

Morale(s) della favola: non sarà mica che Scuotto, almeno un po', si vergogna della sua «scultura»?

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