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"Ora Lamorgese si dimetta". Gli italiani inchiodano Conte

Lo stato di emergenza, la crisi economica, il flop alle regionali: Conte è in alto mare. Ma è sull'immigrazione che rischia di più

"Ora Lamorgese si dimetta". Gli italiani inchiodano Conte

Una sfilza di grafici, numeri, percentuali e segni meno. Si stanno impilando, uno sopra l'altro, sulla scrivania del premier Giuseppe Conte. Non promettono nulla di buono. Da una parte ci sono quelli che incrociano i nuovi contagiati, l'R0 delle diverse regioni e i morti, dall'altra le previsioni (drammatiche) di un'economia al collasso che deve fare i conti con il crollo del pil e dell'occupazione e con le promesse di aiuti (per ora lontani) dell'Unione europea. Poi c'è una proiezione altamente confidenziale che dà il centrodestra vincitore in sei Regioni su sette. E non solo nelle Marche, dove la sinistra rischia una rovinosa caduta dopo un'egemonia durata un quarto di secolo, ma addirittura in Toscana dove la leghista Susanna Ceccardi è a un passo dal candidato dem Eugenio Giani. Un terremoto politico che non farebbe male soltanto al Partito democratico, che si vedrebbe portar via due roccaforti storiche, ma andrebbe a colpire anche i Cinque Stelle che a questo giro rischiano di finire sotto il 10 per cento finendo per indebolire ulteriormente l'esecutivo.

Come se tutto questo non fosse abbastanza a mettere in crisi la poltrona di Conte, oggi pomeriggio Affaritaliani ha pubblicato un altro sondaggio che riguarda un altro nervo scoperto di Conte, l'immigrazione, e che seppellisce definitivamente l'operato dell'intero governo. Le percentuali emerse dal lavoro di Roberto Baldassari, direttore generale di Lab2101 e docente di Strategie delle ricerche di opinione e di mercato all’università degli studi RomaTre, delinenano una "bocciatura netta, chiara e senza appello" della gestione strampalata degli sbarchi e, soprattutto, della quarantena dei clandestini appena sbarcati. Non solo il 57% degli intervistati non condivide le misure adottate dall'esecutivo, ma quasi il 55%, considerando soprattutto la situazione drammatica che è venuta a crearsi nei porti e negli hotspot siciliani, vuole la testa del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese. "Deve dimettersi", hanno sentenziato senza mezzi termini gli italiani. È la pancia del Paese che, a fronte dei sacrifici affrontati negli ultimi mesi, assiste quotidianamente al lassismo dei giallorossi nei confronti degli immigrati. "La curva del contagio è arrivata al punto più basso - si è giustamente chiesto Vittorio Sgarbi nelle scorse ore - ma, se la posizione dello Stato è quella dell'emergenza, perché continuare a far arrivare i migranti?".

Conte sa molto bene quello che rischia. Tanto più a fronte del risultato imbarazzante che può uscire dalla cabina elettorale la sera del 21 settembre. È per questo che nelle scorse ore ha cercato di allontare dal dibattito politico l'abolizione dei decreti Sicurezza. Mentre la Lamorgese continua a ribadirgli di prendere una posizione netta sull'immigrazione, il presidente del Consiglio tergiversa, non risponde ai messaggi della ministra e si tiene lontano dal dossier. Per quanto abbia preso un impegno con i democratici per ribaltare le misure approvate quando a sostenerlo c'era la Lega, sa bene che gli italiani non sono con lui. A confermare questo presentimento ci ha pensato il sondaggio di Affaritaliani che gli ha messo sotto il naso un dato che non può essere frainteso. "Il 65,1% degli intervistati - si legge - pensa che l'Italia fosse più sicura quando alla guida del ministero dell'Interno c'era Salvini".

Sembra di essere ripiombati indietro di tre o quattro anni, quando a Palazzo Chigi hanno fatto la staffetta Enrico Letta, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni. Stesso copione, stesso risultato: i porti costantemente aperti e centinaia di barconi stracarichi di immigrati attraccati ai porti siciliani. Ora, però, il governo deve fare i conti con l'emergenza sanitaria legata al coronavirus e lo spettro della seconda ondata e con una crisi economica che in autunno rischia di esplodere con una potenza senza precedenti. Ecco perché i dati del sondaggio di Affaritaliani dovrebbero spaventar Conte e tutto l'esecutivo ancor più della batosta (annunciata) che prenderanno alle elezioni regionali.

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