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Ora il nuovo pacchetto da 13 miliardi. E Bruxelles chiede chiarezza sui numeri

Sì di Palazzo Madama all'aggiustamento di bilancio da 6,2 miliardi. L'Ue guarda alla Nadef. Provvedimento in Consiglio domani o venerdì

Ora il nuovo pacchetto da 13 miliardi. E Bruxelles chiede chiarezza sui numeri

Ieri il Senato ha dato il via libera all'unanimità, con 214 voti a favore, alla risoluzione bipartisan che approva la relazione del governo sull'aggiornamento di Bilancio. Il testo è funzionale all'utilizzo delle maggiori entrate per finanziare il decreto Aiuti-ter da 13 miliardi di euro dei quali 6,2 miliardi provenienti dalle maggiori entrate di luglio e agosto e i restanti da poste inutilizzate. Domani anche l'aula della Camera voterà sulla relazione e successivamente l'esecutivo potrà varare il dl, il giorno stesso o venerdì a seconda della convocazione.

La scelta di non ricorrere allo scostamento, cioè al maggior deficit richiesto ancora ieri da Matteo Salvini («Meglio tredici miliardi di zero, però se pensiamo che questi tredici miliardi mettano in sicurezza il sistema industriale italiano abbiamo sbagliato a capire») appare sempre più coerente con l'intenzione del ministro dell'Economia Franco di evitare «incidenti diplomatici» con la Commissione Ue. Ieri l'Ufficio parlamentare di Bilancio, authority di controllo sui conti pubblici vicina a Bruxelles, pur dando il proprio ok alla relazione, ha affermato che «al momento non è possibile fornire una valutazione puntuale dei saldi di finanza pubblica». Insomma, la Nadef da pubblicare entro il prossimo 27 settembre dovrà dettagliare come gli aggiustamenti successivi per fronteggiare la crisi non si ripercuoteranno sulla sostenibilità del nostro debito. Un caveat bello e buono anche nei confronti del prossimo esecutivo.

Fondamentalmente i contenuti del decreto Aiuti-ter sono già delineati. In questi due giorni si tratterà di rifinirli. Una cifra compresa tra 4 e 5 miliardi dovrebbe essere destinata all'estensione al quarto trimestre 2022 del credito d'imposta per le imprese energivore eventualmente alzandolo dal 25 al 40 per cento. Da valutare l'incremento dell'aliquota del 15% concessa alle altre aziende. In bilico la proroga dello sconto sulla cassa integrazione collegata alla crisi energetica e la rateizzazione delle bollette (che richiederebbe almeno un miliardo di euro). Con un proprio decreto, invece, il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, sbloccherà le riserve di elettricità prodotta da fonti rinnovabili per venderla a prezzi calmierati alle imprese energivore. Lo sblocco di parte degli stoccaggi gas a questo scopo sarà invece effettuato dopo il confronto in sede europea e la definizione dei piano di contingentamento dell'utilizzo. E sempre a proposito di industria, sarà il dl Aiuti-ter a ospitare la nuova norma anti-delocalizzazioni scritta in tandem dai ministri del Lavoro Orlando e dello Sviluppo Giorgetti. Il testo contiene un inasprimento delle sanzioni (multa e restituzione degli aiuti pubblici ricevuti) per le multinazionali che trasferiscono gli impianti all'estero senza presentare previamente un piano di limitazione delle ricadute occupazionali.

Per quanto riguarda i cittadini oltre al prolungamento del taglio di Iva e accise su gas ed elettricità si pensa di estendere il bonus sociale alla fascia Isee fino a 15mila euro. Una richiesta che ormai proviene da molti partiti della maggioranza Draghi e anche dal sindacato e che Daniele Franco dovrà comunque tenere presente.

Sebbene da ieri sia ancor più chiaro che sul tema conti pubblici non si potrà più sorvolare.

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