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Via al pacchetto sicurezza. Meloni: "Sono orgogliosa"

Dal cdm un miliardo e mezzo per i contratti di forze armate e polizia. Stretta su ordine pubblico, carceri e occupazioni

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Una guerra dietro casa, un'altra sulla riva sud-est del Mediterraneo. Insomma, avverte Giorgia, il mondo cambia e c'è poco da stare allegri: dobbiamo capire che il tempo «anacronistico» del marmittone è finito e, se l'Italia vuole contare di più nel mondo, forse è giunta l'ora di dotarsi di uno strumento di difesa «adeguato agli accresciuti impegni nazionali e internazionali». E quindi ecco i soldi, un miliardo e mezzo, per i contratti delle forze armate e di polizia, ecco pure un pacchetto sul terrorismo e la criminalità. «Sono orgogliosa di queste importanti misure. È un qualcosa che tocca il nostro stare insieme - spiega la Meloni - perché senza sicurezza non c'è libertà, non c'è protezione sociale, non c'è nemmeno crescita economica».

Prima un lungo incontro a Palazzo Chigi con i rappresentanti militari, di Ps e dei vigili del fuoco: i rinnovi saranno finanziati dalla legge di bilancio. Poi un Consiglio dei ministri che vara una serie di strette: dall'ordine pubblico alle truffe agli anziani, dalle occupazioni abusive di case alle rivolte in carcere, fino allo sfruttamento dei minori per l'accattonaggio. Tra le tante norme, una che subito accende il dibattito politico, la possibilità in certi casi di chiudere dietro le sbarre anche donne in stato di gravidanza. Si tratta spesso di ragazze rom, ladruncole prese in flagrante, ma che riescono a restare libere perché mamme o incinte.

Polemiche, contestazioni. La premier con un post su X difende il provvedimento: «Sono delle misure specifiche anti borseggio e contro chi impiega i bambini nel chiedere l'elemosina, in particolare nelle metropolitane e nelle stazioni». Prima nessuna di loro finiva dentro, adesso la sospensione della pena sarà facoltativa e non più obbligatoria: toccherà quindi al giudice valutare volta per volta «l'eventuale necessità» della detenzione. «Così la maternità non sarà più una condizione esimente in caso di reato», spiega il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.

Giro di vite pure nelle prigioni. «Per chi organizza rivolte sono previsti fino a sei anni supplementari», dice il titolare del Viminale. L'inasprimento vale anche per i disordini provocati nei centri di accoglienza. «Del resto i Cpr - ricorda Piantedosi - sono spesso stati teatro di incendi e di altri atti criminosi che hanno messo a rischio l'incolumità degli assistenti e delle stesse persone trattenute». E novità per i blocchi stradali di sapore ambientalista. «Un fenomeno - scrive la Meloni - che si sta moltiplicando e che crea enormi disagi ai cittadini, impedendo la libera circolazione sulle strade, ostruendolo con il proprio corpo». Finora per questo genere di manifestazione era prevista una sanzione amministrativa, adesso, «se sarà offensiva o allarmante», diventerà un vero e proprio reato.

Ma a far discutere sarà anche un altro provvedimento, quello che da oggi in avanti consentirà agli uomini delle forze dell'ordine fuori servizio di portare armi privare, non di ordinanza. Oggi possono farlo soltanto gli ufficiali. Far west? No, per il ministro dell'Interno è solo un problema di praticità. «Nel pacchetto approvato - conferma - c'è l'autorizzazione per gli agenti di pubblica sicurezza a portare senza licenza un'arma diversa da quella assegnata per impedire la commissione di un reato. Quelle in dotazione hanno dimensioni e ingombro che non si adattano al servizio da svolgere in borghese». Aggiustamenti, nuove calibrature per seguire l'evoluzione dei tempi. Che un po' è il senso del discorso che la Meloni fa in mattinata quando riceve i sindacati militari. «Il governo si appresta a varare un decreto legislativo sulla revisione dello strumento militare nazionale.

È un provvedimento sul quale ha lavorato molto la Difesa e che consentirà di aggiornare gli organici e valorizzare le professionalità necessarie per affrontare le nuove sfide, con altissima specializzazione».

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