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Scandalo magistratura, Palamara: "Le correnti sono sistema di potere"

L’ex presidente dell’Anm, Luca Palamara, si racconta ai microfoni di Porta a Porta. Vespa: "Pensa alle dimissioni?" "No, io amo la magistratura"

Scandalo magistratura, Palamara: "Le correnti sono sistema di potere"

Luca Palamara torna sotto i riflettori della tivù. E lo fa dal salotto di Porta a Porta su Rai1. "Il sistema delle correnti, a iniziare dal sottoscritto, deve chiedere scusa", afferma il pm di Roma (ora sospeso). Parla di disagio, nel senso di angoscia, nei confronti delle persone comuni e soprattutto dei tanti magistrati che sono totalmente estranei al sistema delle correnti. Palamara è al centro dello scandalo sul mercato delle nomine alla guida delle principali procure italiane e sottolinea tutto il suo rammarico per quanto è accaduto.

"Le correnti esistono dagli anni Settanta in magistratura. È l’organizzazione interna che i magistrati si sono dati. Notoriamente nascono come un fenomeno di pluralismo culturale, soprattutto negli anni Settanta con due origini molto marcate: un’idea corporativista e una più aperta al sociale e più progressista. Nel corso del tempo sono diventate strumenti di potere. Tutto ciò che avviene all’interno della magistratura passa attraverso le correnti. Si va al Csm e all’Anm se si è indicati dalle correnti. Nel mio Csm ci fu una sfida: quella di mettere ai vertici degli uffici giudiziari più importanti i più meritevoli e penso che su questo l’obiettivo è stato raggiunto". "Dove il sistema non funziona è sulle altre situazioni: come si accede in Cassazione, ai posti semidirettivi, ad esempio... Lì è vero, chi non fa parte di correnti è penalizzato", spiega.

Racconta una delle sue nomine più discusse. "Riccardo Fuzio pg della Cassazione al posto di Giovanni Salvi fu una scelta contrastata e difficile. Ci fu un accordo che si strinse con le correnti di destra. Fu una scelta di campo molto coraggiosa e forte". Si sofferma su Matteo Renzi. Vespa parla di "favore all’ex premier" in relazione alla richiesta di archiviazione della pratica aperta al Csm sull’ex procuratore capo di Arezzo, Roberto Rossi, che era stato titolare dell’inchiesta su Banca Etruria. La risposta di Palamara è netta: "Io favori non ne ho mai fatti a nessuno, ci tengo a dirlo. Nella mia attività sono sempre stato indipendente. Ho incontrato tantissime persone, esponenti del mondo della politica e delle istituzioni perché nella mia attività di presidente dell’Anm ho sempre avuto contatti con tutti". Rossi si era occupato di Banca Etruria e aveva un incarico di collaborazione con il governo dell’epoca. "Io ritenevo che il lavoro del dottor Rossi, del tutto autonomamente svincolato rispetto al rapporto con Renzi e al discorso di Banca Etruria, dovesse essere tutelato. Nella mia attività sono sempre stato al servizio delle istanze dei colleghi".

"Pensa alle dimissioni?", chiede Vespa. "No, amo la magistratura, la porto nel cuore, conto di poter chiarire tutto". Il "rischio" di essere "rimosso" dalla magistratura esiste e così il conduttore lo interroga sulla sua eventuale intenzione di dimettersi. Poi passa a parlare del trojan, quel virus istallato sul suo cellulare. Quella spia dalla quale sono emerse circa 60mila pagine di intercettazioni. "Il trojan fu inserito nel mio cellulare a maggio 2019. Perché solo a me? Questo è un tema oggetto delle nostre riflessioni difensive. La peculiarità è che è stato inserito solo al presunto corrotto, che sarei io, non ai presunti corruttori, con i quali, preciso, non avevo mai avuto rapporti in vita mia. Devo ritenere che formalmente ci sia stato un cattivo funzionamento, dall’altra parte è un tema su cui spero di riuscire ad avere una risposta motivata sul perché questo sia accaduto".

L’inchiesta della procura di Perugia che lo riguarda e del trojan nel suo telefonino fanno discutere. "Ho il massimo rispetto per l’attività degli inquirenti e mi difenderò nel processo", aggiunge.

"Devo solo constatare dei fatti e i fatti dicono che ci sono state delle anomalie sia per quanto riguarda il funzionamento del trojan, sia una sorta di intermittenza del trojan stesso".

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