Palestinesi in fuga, l'Egitto si blinda

Evacuazione a ostacoli, rafforzati i controlli al confine. Che Tel Aviv vorrebbe aperto

Palestinesi in fuga, l'Egitto si blinda
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L'ultimo tratto di strada che collega il valico di Kerem Shalom, al confine tra l'Egitto e Gaza, con i villaggi israeliani è percorso solo da mezzi militari e camion con gli aiuti diretti dentro la Striscia.

Oggi questo check point rappresenta una delle principali vie di ingresso degli aiuti nella parte sud di Gaza ma è al tempo stesso un valico usato da migliaia di palestinesi per lasciare Gaza con un crescendo di evacuazioni negli ultimi giorni. Arriviamo a Kerem Shalom nel pomeriggio quando la maggior parte dei camion ha già scaricato gli aiuti al di là dal confine (la distribuzione inizia dalle 5 della mattina) e veniamo scortati dentro uno spazio in cui avviene l'ingresso e il filtraggio dei camion.

L'area è circondata da un muro di cemento e da una recinzione in filo spinato che separano il territorio di Israele da Gaza e dall'Egitto. Proprio ieri, secondo un'indiscrezione del quotidiano libanese Al Akhbar, l'Egitto ha avvertito Israele che aumenterà le sue forze armate lungo il confine con Gaza in caso di un'ondata massiccia di palestinesi che migrano dalla Striscia verso il confine egiziano. Se ciò dovesse avvenire, l'Egitto raddoppierà entro 72 ore il numero di truppe al confine inviando armamenti pesanti ed elicotteri nel Sinai. Dopo questa notizia, secondo Axios, Benjamin Netanyahu ha chiesto all'Amministrazione Trump di fare pressioni sull'Egitto affinché venga ridimensionato il recente rafforzamento militare nel Sinai.

Dall'inizio della guerra il governo egiziano ha tenuto chiuso per mesi il varco di Rafah impedendo ai palestinesi di poter lasciare Gaza e ha rafforzato il muro al confine con la striscia.

Secondo l'esercito israeliano oltre la metà degli abitanti di Gaza City (600mila persone) sono fuggiti verso il Sud della Striscia negli ultimi giorni mentre continuano gli ordini di evacuazione. Una massa enorme di persone che spinge verso il sud di Gaza proprio dove si trova il confine con l'Egitto.

Nel solo giorno in cui ci troviamo ad Kerem Shalom, l'esercito israeliano ha scortato un convoglio con 600 palestinesi che hanno lasciato la striscia in direzione della Giordania.

"Si tratta di uscite volontarie - ci spiega un addetto alla sicurezza - che hanno scelto di lasciare Gaza e verranno accolte dal governo giordano".

"Il problema - continua chi ci scorta nella visita a Kerem Shalom - è che Hamas impedisce con la violenza e le minacce di lasciare la Striscia anche alle famiglie palestinesi che vorrebbero farlo".

Proprio Hamas ieri ha pubblicato un'immagine propagandistica dei restanti 48 ostaggi detenuti nella Striscia di Gaza indicandoli con il nome di "Ron Arad", un navigatore dell'Aeronautica Militare israeliana, dichiarato disperso dal 1988. Il macabro parallelismo vuole significare che gli ostaggi israeliani non saranno più ritrovati. Hamas gioca un ruolo anche nell'impedire la distribuzione degli aiuti che arrivano nella striscia di Gaza.

"Qui ogni giorno arrivano più di 300 camion che, prima di entrare a Gaza, devono superare i filtraggi e i controlli allo scanner in cui riusciamo a controllarne in contemporanea quattro per volta", ci viene spiegato.

Il principale problema del sistema di aiuti per i palestinesi riguarda però quanto avviene dopo il confine israeliano dove ci sono due criticità che impediscono agli aiuti di arrivare alla popolazione palestinese: la gestione della logistica dentro Gaza e soprattutto il ruolo di Hamas che da un lato impedisce ai civili di andare a ritirare gli aiuti minacciandoli e dall'altro se ne è impossessa gestendone poi la distribuzione.

Si tratta di criticità ben note alle autorità egiziane ed è uno dei motivo per cui sta avvenendo un nuovo rafforzamento del confine con Gaza.

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