Un'indagine preliminre sulla gestione dell'emergenza coronavirus da parte del governo francese è stata aperta dal procuratore di Parigi, Remy Heitz. Il magistrato ha riferito che il suo ufficio ha già ricevuto oltre 62 denunce e segnalazioni dalla fine di marzo, relative a presunte negligenze da parte degli organismi ufficiali nell'affrontare la pandemia che nel Paese transalpino ha provocato oltra 29mila morti su un totale di oltre 154mila contagi «ufficiali». Le denunce, alcune delle quali presentate da organizzazioni sindacali, ipotizzano i reati di omicidio colposo, lesioni e mancata assistenza. L'inchiesta preliminare condotta da Heitz non riguarda l'operato di ministri del governo, per i quali è competente un tribunale speciale, che avrebbe a sua volta ricevuto altre 80 denunce.
L'indagine punta, come dice Heitz, a «stabilire i processi decisionali applicati durante la crisi sanitaria per portare alla luce gli eventuali reati commessi». Le maggiori critiche ricevute dalle autorità francesi nei giorni più difficili della crisi hanno riguardato l'assenza di dispositivi protettivi per il personale sanitario e per la popolazione. Altre tre denunce, relative ad alcune case di riposo per anziani, ha detto ancora il procuratore, sono state presentate separatamente alla polizia. «Se ci saranno colpe penali, probabilmente dovrebbero essere non intenzionali.
Per questo tipo di reati la legge esige la prova di un errore qualificato, che non sia una semplice imprudenza o negligenza», ha detto Heitz secondo cui il codice penale stabilisce che vadano valutate le responsabilità dei dirigenti istituzionali «alla luce dei mezzi e delle conoscenze a disposizione nel momento in cui hanno preso le decisioni».
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