Patatine, snack e maionese. La dieta segreta degli chef

Al ristorante ci servono alta cucina, ma in privato gli "stellati" confessano di mangiare come tutti noi: spuntini e merendine

Patatine, snack e maionese. La dieta segreta degli chef

La passione di Carlo Cracco per le patatine, oltre che un pedaggio all'onomatopea ( cracc , fa la chip che si spezza) è a sospetto marchetta: lui è testimonial di un'azienda in odor di santità e quindi se ne dice ghiotto. Epperò la star di Masterchef sdogana finalmente un tabù: quello dello chef tutto presìdi Slow Food e km zero, artigianale e anti-industriale. Basta un giro di telefonate per scoprire una cosa liberatoria: anche il cuoco nell'intimità della sua magione gli dà giù di junk food . E senza nemmeno che qualcuno lo paghi. Merendine, snack, salse in scatola, peccati da 3x2: c'è tutto ciò nel Monsterchef dei peccati inconfessabili.

Il manifesto delle «porcate» è stilato da Marco Martini , chef della Stazione di Posta a Roma, appena insignito di una stella Michelin: «Il Kinder Pinguì è patrimonio dell'umanità. Io adoro il junk food e quei miei colleghi che non lo ammettono fingono. Io ho perfino chiamato la mia piccola pasticceria “schifezze notturne”, ispirandomi alle mie trasgressioni delle ore piccole: Fruttolo mela e banana, marshmallows, lecca-lecca, Mikado». Un altro chef fresco di stella, Daniele Usai del Tino di Ostia, fa outing : «Al cinema mi riempio di pop corn al caramello. E che buone le krapfen». Vota dolce anche Luciano Monosilio di Pipero al Rex di Roma (una stella): «Il top resta sempre la Fiesta». Federico Delmonte di Settembrini a Roma adora «i Baiocchi del Mulino Bianco». Né sorprende che Francesco Bedussi , anima del bresciano Bedussi, di recente insignito del premio come migliore bar d'Italia, prediliga il Kinder Maxi.

Si fa e ora si dice pure. Felice Lo Basso chef di Unico in cima al World Join Center di Milano vota «Nutella e tonno in scatola». Un altro stellato, Francesco Apreda di Imàgo dell'Hassler di Roma confessa: «Dei miei trascorsi londinesi mi resta la passione per ogni tipo di hot dog». Giancarlo Casa , che ha inventato la nouvelle vague della pizza d'autore alla Gatta Mangiona di Roma, si vanta: «Amo la maionese industriale e il gelato Magnum». Felice Sgarra dell' Umami di Andria (una stella) è un moderato consumatore di Pocket Coffee. Arcangelo Dandini dell' Arcangelo di Roma, svuota con noi la sua dispensa di cibo pop: «Patatine, wafer Loacker, Pavesini, Galatine. I Buondì Motta li abbino alle animelle e le fette biscottate alle rane fritte». E tiè. Enrico Pezzotti rilancia: «Salsa barbecue e Fonzies». Speriamo non insieme. Romeo Caraccio di Agata&Romeo a Roma è pure etnico: «Pazzo del kebab con salsa piccante e patate fritte». Dario Tornatore di Sea Side (Roma) è smascherato dalla compagna Ilaria: «Orzo Bimbo, salsa bbq, Nastrine e insalate Rio Mare». Paolo Trippini , dell'omonimo ristorante di Baschi (Terni) fa colazione con latte e Gocciole. E i fratelli Paolo e Leopoldo Cacciani dello storico ristorante di Frascati cedono alla cioccolata al latte Lindt.

Poi, certo, ci sono i puristi. Per Cristina Bowerman di Glass a Roma (una stella) il massimo dello sgarro sono taralli di Cerignola con birra. Ilario Vinciguerra da Gallarate ammette solo «panini con salsicce e friarielli».

Antonello Colonna del Vallefredda resort di Labico a volte tradisce la mozzarella di bufala campana Dop per il fior di latte di un caseificio pontino omonimo di chi scrive (nessuna parentela, tranquilli). Ciccio Sultano , stellato di Duomo a Ragusa, cura il languorino notturno con la pasta aglio e olio. Che volete, nessuno è perfetto.

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