Quel Pd che voleva le carriere separate

Oggi contestano a Nordio documenti degli anni '90. Ma nel 2019 molti erano favorevoli

Quel Pd che voleva le carriere separate
00:00 00:00

Una firma di 31 anni fa per cercare di mettere in imbarazzo Carlo Nordio sulla riforma della giustizia. Dopo l'attacco di Debora Serracchiani - che due giorni fa in aula ha accusato il ministro della Giustizia di aver firmato nel 1992, quindi 33 anni fa, un appello contro la separazione delle carriere - l'Associazione nazionale magistrati decide di percorrere una strada simile. L'accusa, stavolta, riguarda un documento del 1994 in cui, da pubblico ministero, l'attuale ministro della Giustizia sottoscriveva un appello contro la separazione delle funzioni giudiziarie. L'Anm pubblica sul proprio sito il documento originale del 1994, su carta intestata della Procura di Venezia.

Un'iniziativa che riaccende - se mai ce ne fosse bisogno - lo scontro politico, con Pd e Cinquestelle che puntano il dito contro l'attuale Guardasigilli, accusandolo di incoerenza. "Siamo in perfetta sintonia con il Nordio versione 1994: spaccando in due la magistratura e aggredendola continuamente con azioni denigratorie e punitive si fa un enorme danno ai cittadini, oltre che alla giustizia in generale, colpendo in modo distruttivo i principi della legalità e dell'uguaglianza" affermano i rappresentanti M5s nelle commissioni Giustizia di Camera e Senato.

Nordio rispetto alle posizioni assunte oltre trent'anni fa risponde alle accuse della Serracchiani e dell'Anm, parlando con l'Ansa. "Nel 1994 spiega la magistratura doveva restare compatta: eravamo nel pieno delle stragi e di Tangentopoli. Io stesso ero sotto attacco per aver arrestato politici di primo piano. Ma già nel 1995 cambiai idea: un indagato si suicidò durante un'inchiesta che conducevo a Venezia. Capìi che si stava esagerando". Nordio, parlando al Giornale, ricorda anche che, nel 1997, fu convocato dai probiviri dell'Anm per "rendere conto" delle sue posizioni. "Naturalmente li mandai al diavolo. Ho recuperato la corrispondenza e l'ho fatta mettere nel sito del ministero".

Lo stesso Nordio sottolinea come molti parlamentari oggi contrari alla riforma, in passato si fossero invece dichiarati favorevoli a un intervento correttivo. Sì, perché nel 2019 la stessa Serracchiani, insieme ad altri esponenti dem tra cui Delrio, Guerini, Alfieri e De Luca sottoscrisse un documento, promosso da Maurizio Martina, che definiva ineludibile la separazione delle carriere. Un passaggio storico, citato con un respiro temporale più ampio, anche da Stefano Ceccanti, costituzionalista, già senatore e deputato Pd. Sul Quotidiano Nazionale Ceccanti sottolinea come il dibattito sia stato aperto nel Pd già ai tempi della Bicamerale guidata da Massimo D'Alema. "Si era però nel pieno dello scontro tra Berlusconi e una parte della magistratura. Non potendo affrontare di petto il tema, buona parte di quei lavori confluì nel 1999 nella revisione consensuale dell'articolo 111 della Costituzione. Non pochi parlamentari di centrosinistra ritennero giusto quel percorso futuro, specie nei Ds, con particolare concentrazione nell'area migliorista.

Il dibattito non può quindi essere ricondotto alla divisione destra-sinistra o maggioranza-opposizione. Ancora nel 2019 molti di noi sono andati a presentare nei circoli del Pd la mozione Martina, che prevedeva la separazione come ineludibile".

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica