Per fronteggiare un colossale deficit pubblico calcolato in 146 miliardi di euro il governo di centrodestra del Brasile ha lanciato il più vasto programma di privatizzazioni degli ultimi vent'anni. Un annuncio che ha scatenato l'entusiasmo alla Borsa di San Paolo, che ha fatto registrare i suoi migliori risultati da sei anni a questa parte. Finiranno sul mercato colossi come Eletrobras, che accumula ogni anno debiti per oltre 6 miliardi di euro, il gigante del petrolio Petrobras e la grande banca pubblica del Brasile, ma anche numerosi aeroporti, porti, autostrade del Paese più grande del Sud America lasceranno la mano pubblica per passare ai privati. In totale sono stati annunciati 57 grandi progetti di privatizzazione.
Il presidente Michel Temer si è rivolto con un messaggio ai brasiliani per spiegare che le privatizzazioni non sono state decise solo per migliorare lo stato disastroso dei conti pubblici, ma anche per conseguire il necessario obiettivo dell'efficienza di servizi fondamentali.
«Il nostro obiettivo finale non è quello di coprire il deficit di bilancio, ma creare posti di lavoro, generare reddito e fornire un servizio di migliore qualità per la popolazione - ha detto Temer -. Lo Stato riceverà miliardi di reais per investire in ciò che conta davvero: la salute, la sicurezza, le infrastrutture e la formazione per il lavoro».
Il problema del Brasile è in realtà contemporaneamente di due diverse nature. Una è certamente economica, con un deficit pubblico gigantesco inferiore solo a quello degli Stati Uniti e della Cina, un debito pubblico che ha superato gli 1,3 miliardi di euro (oltre il 78% del Pil) e un forte calo della produzione nazionale, calcolato al 3,6% nel 2016 rispetto all'anno precedente. L'altra è invece di natura politica e sociale: il Brasile è uno dei Paesi più corrotti del mondo, e la sua classe politica non dà davvero il buon esempio ai concittadini. La preceditrice di Temer alla presidenza, Dilma Rousseff, è stata destituita con un procedimento di impeachment con l'accusa di aver manipolato il bilancio dello Stato per garantirsi la rielezione, e lo stesso Temer è appena sfuggito a un voto parlamentare per fargli fare la stessa fine.
Intanto gli effetti del colossale scandalo di corruzione Odebrecht, partito dal Brasile, si stanno facendo sentire in tutta l'America Latina. Decadenza di un Paese che un decennio fa era indicato come un gigante della scena politica ed economica mondiale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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