Pnrr, il governo guadagna un mese. Meloni: nel mirino tre target di Draghi

Quella del Pnrr è sempre più una partita con due protagonisti principali. Il tempo, con le scadenze che si fanno ogni giorno più imminenti, tanto da lasciar supporre che si andrà avanti ben oltre i supplementari

Pnrr, il governo guadagna un mese. Meloni: nel mirino tre target di Draghi

Quella del Pnrr è sempre più una partita con due protagonisti principali. Il tempo, con le scadenze che si fanno ogni giorno più imminenti, tanto da lasciar supporre che si andrà avanti ben oltre i supplementari. E l'arbitro, perché difficilmente l'Italia potrà portare a casa il risultato sperato senza un approccio flessibile da parte di Bruxelles. Una partita, peraltro, che si gioca ancora su due fronti: quello degli obiettivi del 2022 (perché la Commissione ancora non ha sbloccato l'ultima tranche da 19 miliardi relativa al secondo semestre dello scorso anno) e quello dei 12 target che l'Italia deve raggiungere entro fine marzo (su un totale di 27 in calendario per il primo semestre 2023).

Ed è proprio sul primo versante che ieri Commissione Ue e governo italiano hanno deciso di prolungare di un mese la fase di «assesment», così da consentire alla task force sul Pnrr di Bruxelles di «completare le attività tecniche di campionamento e verifica» dei 55 target previsti per il 2022. Una scelta frutto di un confronto serrato tra Palazzo Chigi e i vertici delle istituzioni europee. Sul punto, infatti, Giorgia Meloni ha avuto interlocuzioni telefoniche dirette sia con la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che con il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni. E proprio con quest'ultimo, il ministro per gli Affari europei e il Pnrr, Raffaele Fitto, ha avuto non solo un lungo faccia a faccia la scorsa settimana ma anche decine di colloqui telefonici negli ultimi giorni.

L'Italia, insomma, guadagna tempo. Anche se a Bruxelles sono in molti a leggere questa «proroga» come una sorta di ultima chiamata. Non solo perché quasi tutti gli altri Paesi dell'Ue hanno già incassato l'ultima tranche del Pnrr relativa allo scorso anno, ma anche in attesa di vedere come ci muoveremo su riforme che sono direttamente legate alla realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e che in Europa considerano irrinunciabili. Come, per esempio, la concorrenza, che proprio oggi sarà all'esame del Consiglio dei ministri. E su questo fronte a Bruxelles i riflettori sono puntati anche sulla questione balneari, tanto che Meloni vorrebbe accelerare sul dossier, nonostante il suo stesso partito sia diviso tra chi ritiene opportuno venire incontro alle indicazioni dell'Europa e chi sostiene si debba invece provare a rinegoziare la direttiva Bolkestein.

Di certo, però, c'è che Palazzo Chigi respinge con forza le annotazioni arrivate dalla Commissione sulla realizzazione degli obiettivi 2022, tutte «misure approvate dal precedente esecutivo». Nel comunicato del governo italiano, infatti, non solo si specificano i tre target «oggetto di ulteriore approfondimento», ma si precisano le date dei relativi provvedimenti: concessioni portuali (decreto inviato al Consiglio di Stato il 14 ottobre 2022), reti di teleriscaldamento (interventi selezionati attraverso procedura di gara del 30 giugno 2022) e piani urbani integrati relativi al Bosco dello sport di Venezia e allo stadio Artemio Franchi di Firenze (approvati il 22 aprile 2022).

Considerando che il governo Meloni è in carica dal 22 ottobre dello scorso anno, non serve leggere tra le righe per capire il messaggio: l'ultima tranche da 19 miliardi per il 2022 è ancora bloccata per rilievi che riguardano interventi del governo guidato da Mario Draghi. Al quale quelle osservazioni non sono mai state fatte e verso il quale - questa è la convinzione a Palazzo Chigi - c'era una atteggiamento decisamente più conciliante di oggi.

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