Prescrizione, il primo sì. "Cancellata la Bonafede"

Non c'è tre senza quattro. Cambia ancora la prescrizione

Prescrizione, il primo sì. "Cancellata la Bonafede"
00:00 00:00

Non c'è tre senza quattro. Cambia ancora la prescrizione, il Guardasigilli Carlo Nordio cancella le riforme dei predecessori Andrea Orlando, Alfonso Bonafede e Marta Cartabia che in sei anni dal 2017 a oggi hanno messo mano all'istituto che porta all'estinzione del reato, modificato la prima volta nel 2005 con Edmondo Cirielli. L'emendamento in commissione Giustizia che chiude il cerchio è quello dei relatori Enrico Costa (Azione) e Andrea Pellicini (FdI), sintesi a sua volta delle tre anime della maggioranza rappresentate dal viceministro Francesco Paolo Sisto (Fi), dal sottosegretario Andrea Delmastro (FdI) e dal presidente della stessa commissione Giustizia del Senato Giulia Bongiorno.

In pratica, più che alla Cirielli (come voleva Forza Italia) si torna alla riforma Orlando. La prescrizione scatta 24 mesi dopo la condanna di primo grado e 12 mesi dopo la conferma della condanna in Appello. Se la sentenza di impugnazione non arriva nei tempi previsti, la prescrizione riprende a decorrere e si deve calcolare anche il periodo in cui è stata sospesa. Anche in caso di successivo proscioglimento o annullamento della condanna in Appello o in Cassazione, il periodo di stop va conteggiato ai fini della prescrizione.

L'opposizione insorge («La riforma Cartabia, concordata con la Commissione Ue, è di fatto legata al Pnrr», dice Debora Serracchiani del Pd), mentre i grillini lamentano che così «i processi si allungheranno e tanti andranno in fumo». «Basta bandierine ideologiche», gongola Delmastro. Mentre l'azzurro Ciro Maschio sottolinea: «Eliminate le bizzarrie giuridiche della Bonafede e l'improcedibilità della Cartabia».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica