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La proposta "antifascista": carcere e strade vietate

L'iniziativa di Pd e Anpi: 18 mesi di galera, multe e niente via Almirante. Fdi: è una "stupid culture"

La proposta "antifascista": carcere e strade vietate

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Il Pd e l'Anpi vogliono mandare in carcere i fascisti. Non è una notizia del 1945 ma una proposta presentata ieri alla Camera dei Deputati in due disegni di legge «per un paese antifascista» con misure dal sapore antidemocratico e liberticida. Il Pd vuole infatti punire con la reclusione fino a un anno e sei mesi (o una multa fino a 6000 euro) chi propaganda idee fondate sull'esaltazione dei metodi eversivi dell'ordinamento democratico «propri dell'ideologia fascista o nazifascista».

Nonostante in Italia esistano già due leggi che regolamentano questi temi, la Legge Scelba e la legge Mancino, alla sinistra non bastano poiché, argomenta il capogruppo Chiara Braga, oggi «esiste un tentativo di normalizzare il fascismo, alimentato sul web e da campagne che non possono trovare ambiguità nelle istituzioni».

Ma è il segretario del Pd Elly Schlein a spiegare la presunta necessità dell'iniziativa sostenendo si tratti di una proposta di legge «per fare i conti fino in fondo con la storia, perché senza memoria non si possono porre le basi per un futuro migliore». La Schlein ha poi aggiunto: «Noi come Pd ci opponiamo a ogni tentativo di riscrittura della storia» poiché «la Costituzione è antifascista, saldata attorno a principi in gran parte ancora non attuati nel Paese». Per il segretario del Pd «ci opponiamo ad ogni tentativo di riscrittura della nostra storia», paventando il «rischio che si voglia mettere mano alla Costituzione» sul «modello dell'uomo solo o della donna sola al comando».

Il Pd non solo vorrebbe modificare «l'articolo 604 bis del codice penale» ma, secondo Emanuele Fiano, dovrebbe essere arrestato anche chi compie il saluto romano: «Perché se alzi il braccio in Germania sei arrestato e in Italia no?».

Non paghi, i parlamentari della sinistra hanno presentato una seconda proposta di legge per introdurre il divieto di intitolare strade piazze e altri luoghi o edifici pubblici a «esponenti del partito o dell'ideologia fascista» o a coloro che «hanno pubblicamente promosso, partecipato o aderito alla campagna per la difesa della razza che condusse all'approvazione delle cosiddetti leggi razziali fasciste». Il chiaro intento è vietare l'intitolazione di vie a Giorgio Almirante come ammette il deputato Andrea De Maria: «Con questa legge, ad esempio, non ci potrebbe essere alcuna intitolazione di piazze a Giorgio Almirante». Parole a cui ha replicato il Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro delle Vedove: «Vietato intitolare strade e vie ad Almirante? È dal 1968 che la sinistra italiana, priva di una sua identità, si accontenta di essere le specchio convesso e deformante della sinistra americana: dalla cancel culture alla stupid culture». Eppure, nella loro foga ideologica di defascistizzare le vie italiane, la Schlein e Pagliarulo non si rendono conto che a finire censurati sarebbero anche icone della sinistra come l'ex repubblichino Dario Fo e tanti altri con giovanili simpatie fasciste. Immancabile anche l'accusa al governo di strizzare l'occhio al fascismo da parte del presidente dell'Anpi Gianfranco Pagliarulo: «In Italia c'è un governo di destra estrema formato da partiti alcuni esponenti dei quali civettano di fatto parole d'ordine e comportamenti che si richiamano al ventennio».

In verità i ddl presentati da Pd e Anpi sono la perfetta rappresentazione di una sinistra italiana incapace di offrire risposte sui grandi temi di attualità, dal lavoro all'economia, preferendo rifugiarsi in battaglie ideologiche fuori tempo e continuando a evocare un «pericolo fascista» che non esiste.

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