Quei "respingimenti" alla frontiera a pochi giorni dalle presidenziali

Migranti superano il confine di Ventimiglia ma poi vengono fermati vicino a Nizza. Così la Francia gestisce le politiche migratorie a pochi giorni dalle elezioni

Quei "respingimenti" alla frontiera a pochi giorni dalle presidenziali

La frontiera è sempre un luogo di scelte politiche ed anche questa volta la Francia ha dimostrato di avere il "pugno duro". Un solo episodio, alle volte, può far comprendere che aria tiri su questo o su quel tema. In questo caso, parliamo di gestione dei fenomeni migratori.

Siamo su un autobus di linea proveniente dall'Italia, nello specifico da Genova. Sul mezzo sono presenti alcuni migranti, più o meno una decina. Un primo controllo scatta per tutti a Ventimiglia, nella "porta occidentale dell'Italia". "Impossibile che lei vada in Francia senza documenti", si sente dire una delle persone presenti sul bus, che in totale trasporta circa cinquanta passeggeri.

Poi però un accertamento successivo consente al giovane migrante di poter salire di nuovo sul mezzo, dopo essere stato invitato a scendere dal bus in un primo momento. Problemi non insormontabili, quindi, anche se non abbiamo potuto appurare con certezza l'entità e l'oggetto delle verifiche delle forze dell'ordine. Da quel che abbiamo capito: sembrerebbe che il ragazzo avesse la fotografia del documento salvata sul cellulare ma non il documento cartaceo con sé. Il ragazzo si riaccomoda, l'autobus di linea riparte ma ecco che al pedaggio La Turbie scatta un secondo accertamento.

In questa seconda circostanza, le forze di polizia francesi sembrano meno elastiche (a Ventimiglia operano insieme a quelle italiane). Di persone questa volta, dopo i controlli all'interno del mezzo (cosa che era accaduto anche a Ventimiglia), ne scendono due. Le problematiche, a differenza di quanto era accaduto pochi chilometri prima, sembrano essere insuperabili e così i due migranti vengono trasferiti altrove per maggiori controlli. Il resto dei passeggeri attende una cinquantina di minuti in una corsia laterale del pedaggio. "Mai successa una cosa così", esclama l'autista.

Sul bus si pensa che la causa della "linea dura" possa essere il clima dovuto alla guerra scatenata da Vladimir Putin in Ucraina. Altri, invece, ci vedono un atteggiamento che i francesi, in casa loro, hanno spesso dato prova di avere. Fatto sta che, trascorsi una cinquantina di minuti, viene data l'autorizzazione a ripartire. E il mezzo prosegue verso Nizza. Ma i due migranti non risalgono sul bus. "Li avranno portati in qualche caserma per tutte le verifiche del caso", osserva un passeggero.

Di sicuro, la materia della gestione dei fenomeni migratori sembra essere soppesata diversamente Oltralpe rispetto a quanto siamo abituati a vedere in Italia.

E questo raccontato potrebbe non essere soltano un caso esemplificativo. Tutto questo accade a pochi giorni dalle elezioni presidenziali francesi, con un clima sociale che, in Francia, al netto delle narrative presentate, resta piuttosto complesso.

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