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Quell'album di famiglia

Il mondo filo-Hamas è legato a doppio filo al movimento pro Pal, che a sinistra ha trovato un ambiente in cui proliferare senza problemi

Quell'album di famiglia
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Sembra di sfogliare un album di famiglia. Le carte e le "photo opportunity" di Mohammad Hannoun - e dei suoi sodali - rendono l'idea, più di mille parole. Il mondo filo-Hamas è legato a doppio filo al movimento pro Pal, che a sinistra ha trovato un ambiente in cui proliferare senza problemi. Bisognerebbe partire da questo. Riconoscere questo cordone ombelicale e poi reciderlo. Sempre che la sinistra lo voglia. Col terrorismo politico è stato fatto, anche dal Pci. Dopo qualche incertezza, fu detto chiaramente che quelle non erano "sedicenti": erano brigate rosse, e come tali furono combattute. Il Manifesto pubblicò il celebre articolo di Rossana Rossanda: "Chiunque sia stato comunista negli anni Cinquanta riconosce di colpo il nuovo linguaggio delle Br. Sembra di sfogliare l'album di famiglia". Tutto ciò con l'islamismo non sta avvenendo. Anche Luigi Manconi, su Repubblica prima ammette che la sinistra pare condizionata dal paradigma dei "compagni che sbagliano", ma poi se la prende con la destra, parla di un'inchiesta "fallibile", e ricorda che la materia probatoria proviene da "una fonte tutt'altro che parziale: le istituzioni israeliane". Lo stesso Manifesto, ora mette in "prima" una stella di David israeliana a corredo di una tesi simile: la fonte è "l'intelligence israeliana". L'inchiesta sarebbe, insomma, viziata alla fonte. Nata male. Un po' come Israele, no? L'Unità si affida alla raffinata analisi di Luca Casarini: "L'inchiesta è un attacco squadrista della destra ai pro Pal: l'ordine da Israele". Una "bufala". Una "bolla di sapone" liquida il tutto Izzedin Elzir, imam di Firenze, quello che - nel pieno dell'offensiva jihadista - ebbe il coraggio di riconoscere che i terroristi erano nell'"album di famiglia" dell'islam, condannandoli: "Sono musulmani a tutti gli effetti, ma i loro atti criminali non lo sono", aggiungendo che esisteva l'"obbligo religioso" di condannarli. Ora non arriva una condanna chiara e forte. Perché? Perché Hamas combatte Israele.

E per chi la guardi con gli occhiali deformanti dell'ideologia o del fanatismo, la jhiad diventa "resistenza": quindi accettabile, legittimata. Ma il mondo ebraico avverte che l'offensiva jihadista non risparmia nessuno: "Prima tocca a quelli del sabato, poi a quelli della domenica", è la sua logica mortifera.

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