
Eliminare Israele. Sulla portata di questo verbo si è consumato un caso politico-giornalistico; legato alla partita della Nazionale a Udine e scoppiato martedì sera, quando in rete è cominciato a circolare uno spezzone del collegamento dell'inviato del Tg3 Jacopo Cecconi (foto sopra) e sono subito partite le reazioni del mondo politico. "L'Italia ha la possibilità di eliminare Israele almeno sul campo, vincendo" ha detto il cronista Rai. Chi ha reagito con sdegno ha pensato a un'allusione ostile allo Stato ebraico. "Parole deliranti" ha commentato l'ex ministro Maurizio Gasparri (Fi), mentre Augusta Montaruli (Fdi) vicepresidente della commissione di Vigilanza ha auspicato un intervento Rai e delle scuse. Altrettanto rapido l'intervento del Cdr Tg3, che "a scanso di equivoci molto spiacevoli", ha difeso il collega, parlando di una "frase estrapolata" e chiarendo che Cecconi "non ha mai nemmeno pensato di accennare o alludere all'eliminazione dello Stato di Israele", facendo riferito "esclusivamente alla competizione calcistica". In effetti il video integrale permette di escludere la lettura più drastica. "Stavo parlando di calcio ovviamente - ha spiegato Cecconi - assurdo pensare che mi riferissi all'eliminazione dello Stato di Israele". Solidale il Pd. Il presidente Fnsi Vittorio Di Trapani ha dato la sua interpretazione: "Stasera l'Italia può eliminare dalle qualificazioni mondiali Israele sul campo, senza dover aspettare una eliminazione matematica derivante dai risultati delle prossime partite". Ascoltato per intero, il discorso pare in realtà riferito - come confermato dallo stesso Cecconi - a un'eliminazione sportiva che avrebbe anticipato la possibile esclusione "a tavolino" decisa dalle istituzioni sportive.
Non si è visto alcuno sforzo di comprensione, invece, per la capo ufficio stampa Rai Incoronata Boccia (foto, sotto) che, in un intervento a titolo personale al convegno di Comunità ebraiche e Cnel, su un tema controverso come l'informazione di guerra, ha parlato di un "suicidio del giornalismo", che si sarebbe "piegato alla propaganda dei set di Hamas" dipingendo come cinico e spietato l'esercito israeliano, mentre a suo avviso non esisterebbe "una sola prova che siano state sventagliate mitragliate contro civili inermi". Apriti cielo. Il M5s ha chiesto dimissioni immediate. Avs si è scatenata, per Elly Schlein il caso sarebbe "la prova definitiva che la Rai è diventata Telemeloni". Proteste di Usigrai e Fnsi, Cdr Rai indignati: "Basta silenzio su chi discredita ruolo servizio pubblico". A difesa di Boccia, oltre all'Ucei, si è schierata solo "Unirai", con "piena e convinta solidarietà".
Per i "Liberi giornalisti Rai, "ha svolto un'analisi rigorosa di due anni di informazione di guerra, richiamando l'intera categoria al rispetto del fact checking, della verifica delle fonti e delle regole deontologiche".