“Elezioni, elezioni” è il grido dei ultrarenziani che protestano contro la minoranza dem davanti alla sede del Pd, a Largo del Nazareno, definendo “traditori” Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema.
Un militante del vecchio Pci, che ai tempi della Bolognina fu uno dei protagonisti della svolta nel suo paese in qualità di segretario cittadino, grida: “È tutta colpa dei comunisti”, riferendosi al duo Bersani-D’Alema. “D’Alema è tre anni che rema contro Renzi. E perché, a Prodi prima chi l’ha tirato fuori? Ogni volta usciamo dal governo colpa di questi stronzi”, rincara la dose il comunista di vecchia data che, ora, critica “i comunisti” della Seconda Repubblica. Una situazione surreale che assume contorni ancora più grotteschi quando si inserisce un altro turborenziano che continua a prendere di mira l’ex premier D’Alema chiedendosi:“Dopo essere stato preso in giro da Berlusconi con la bicamerale, ancora parla? Dopo le modifiche dell’articolo V che ha portato allo sfascio della finanza pubblica, ancora parla? Ha avuto persino il coraggio di brindare”.
Un particolare che non è passato inosservato nemmeno al premier Renzi che, nel corso del suo intervento in direzione, ha lanciato una frecciatina alla minoranza dem. "So che qualcuno ha festeggiato in modo prorompente questa decisione, ma lo stile è come il coraggio di don Abbondio...". "Ma - ha aggiunto Renzi - non giudico e non biasimo, anzi rilancio: quando indicato e designato dal Pd hai la fortuna di poter governare il Paese più bello del mondo, non hai diritto di mettere mai il broncio. Indipendentemente dalle valutazioni di quel festeggiamento io ringrazio per aver avuto questo onore".
Ma tra gli astanti del Largo del Nazareno c’è anche chi rivendica con orgoglio di aver brindato dopo l’esito del referendum e difende il lider Maximo:“È il popolo che ha votato contro Renzi. D’Alema conta uno. Chi è D’Alema? Che incarico ha?”. “Ai tempi del Pc, stavate fuori dal partito subito. Col centralismo democratico, le decisioni venivano discusse dentro una stanza e rimanevano lì e si votava tutti insieme” è la rapida e veemente reazione di chi lo ascolta. Qualche metro più avanti una renziana della prima ora parla di epurazioni e dice: “Bersani non lo ricandiderei mai, è uno che ha tradito il suo partito. Stai in un partito e devi seguire la maggioranza come fece Renzi a suo tempo quando perse le primarie”. A Largo del Nazareno, nel frattempo, arrivano alla spicciolata i renziani di ferro come Gennaro Migliore, Andrea Romano e Matteo Richetti che sono accolti dagli applausi. L’unico contestato con una particolare vena goliardica è Francesco Boccia, il solo esponente Pd ad aver chiesto le dimissioni di Renzi anche da segretario, a cui gridano: “Boccia cambia moglie”, lanciando una frecciatina a Nunzia De Girolamo, deputata di Forza Italia.
Renzi, però, non è immune da critiche da parte di chi è venuto “per vedere se il parolaio di Firenze si dimette davvero”. Unica nota stonata per una manifestazione nella quale i militanti renziani sono pronti a dichiarare guerra contro tutti pur di ottenere il voto anticipato che certamente non spaventa. “A Renzi gliela diamo la forza di vincere a Renzi, mentre gli altri se si presentano da soli non prendono neanche un voto”, dicono i militanti renziani. Per quanto riguarda le mosse future del loro leader le idee sono contrastanti. Una signora DI 70 anni, ex dirigente di Confindustria, dice: “Guardi, sono avvelenata. Renzi deve dimettersi da tutto, anche da segretario, e sfasciare tutto. Se la vedessero gli altri: i vari Grillo, Salvini e Berlusconi”. Secondo un giovane studente di Scienze Politiche, invece, con la bocciatura della riforma, l’unica soluzione sono le elezioni anticipate.
“È necessaria – dice - un nuova legge elettorale ma non ha senso un governo debole che duri un anno e mezzo. Serve un governo di scopo solo per la legge elettorale magari guidato anche da Renzi stesso ma solo per un tempo prestabilito”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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