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Rai, pronto il cambio nei tg: una poltrona anche ai grillini

Nel cda il giro di nomine: Chiocci "in pole" per il Tg1, al Tg3 Orfeo. Carboni (in quota 5s) a Rai Parlamento

Rai, pronto il cambio nei tg: una poltrona anche ai grillini

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Ecco la «Raivoluzione» o «TeleGiorgia», come la definiscono i detrattori. In questa settimana la nuova squadra voluta dal neo ad Roberto Sergio prenderà posto nelle varie caselle. E, da lì, si comincerà a ridisegnare la televisione pubblica che, nelle intenzioni della nuova governance, vuol essere più equilibrata e pluralista. Mentre dalla parte politica avversa è già stata bollata come sbilanciata a destra e silenziatrice della voci progressiste. Comunque è in atto un vero e proprio spoil system come del resto si è visto a ogni cambio di maggioranza.

Il passo fondamentale, dopo la nomina di Sergio ad e Giampaolo Rossi direttore generale, avverrà nel prossimo cda di giovedì dove saranno comunicati i vertici delle direzioni di genere e, invece, sottoposti all'approvazione dei consiglieri i direttori dei telegiornali. Il posto chiave nello schema che è stato delineato nelle ultime ore (e che a meno di scossoni o di improbabile voto contrario in cda) è assegnato a Gian Marco Chiocci, attuale direttore di AdnKronos, ex direttore del Tempo ed ex inviato del Giornale, molto vicino a Giorgia Meloni e a Fdi: sarà lui al comando del Tg1, il principale notiziario italiano, quello a cui tengono in maniera enorme i politici, da cui si possono veicolare i messaggi agli italiani. Andrà al posto di Monica Maggioni, che tornerà in video con un programma e si occuperà dell'offerta editoriale. E, nell'attribuzione delle caselle tra le forze di maggioranza, Antonio Preziosi in quota Forza Italia andrà a dirigere il Tg2. Mentre la Lega otterrà i giornali radio con Francesco Pionati e terrà le testate regionali con Alessandro Casarin. Al Pd resta il Tg3 con Mario Orfeo, mentre ai 5 Stelle andrà Rai Parlamento con Giuseppe Carboni.

Per quanto riguarda le direzioni di genere le caselle certe sono: Paolo Corsini agli approfondimenti, posto chiave perché governa tutti i programmi di informazione; Angelo Mellone all'intrattenimento day time, Marcello Ciannamea all'intrattenimento Prime Time, Nicola Rao (attuale direttore Tg2) a capo della comunicazione. Da dirimere la questione del peso delle donne, che in questo schema di governance, non è abbastanza presente. Cosa che ha fatto allarmare la presidente Marinella Soldi che, dal salone del Libro, ha invitato a tenerne conto. In questa direzione, Angela Mariella dovrebbe trovare posto al vertice delle relazioni istituzionali. In ogni caso la presenza femminile non è poi così debole se si tiene conto che Maria Pia Ammirati resta a Rai Fiction, Silvia Calandrelli a Rai Cultura, Elena Capparelli a Raiplay.

In conclusione, se si considera che, attualmente, nove posti su dieci delle direzioni di genere sono in mano al centrosinistra, il «riequilibrio» non è poi così devastante: solo cinque vanno al centro destra. I nuovi arrivati dovranno mettere a punto i programmi della prossima stagione. Uno dei primi punti è - sempre nel campo dell'informazione - la sostituzione di «Che tempo che fa». E non è escluso che la proposta sia quella di spostare Report dal lunedì alla domenica.

Un'idea che ha quasi della perfidia: lasciare in quello spazio un programma di «sinistra» a confrontarsi con la responsabilità e l'eredità di successo di ascolti di Fazio. Ma, di sicuro, Ranucci farà le barricate pur di non spostarsi dal lunedì.

Invece, nonostante gli allarmi lanciati, nessun problema sul ritorno di Damilano.

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