Economia

Recovery e Nadef in ritardo. Esercenti sempre più in crisi

L'associazione: "Settori compromessi, il Pil crollerà dell'8,9%". Il governo non riesce a far quadrare i conti

Recovery e Nadef in ritardo. Esercenti sempre più in crisi

Il crollo del Pil del -8,9% nel 2020 sarà il peggior risultato mai registrato nella storia della Repubblica, è l'allarme di Confesercenti. E il rimbalzo nel 2021, secondo le stime dell'associazione, si fermerà al 6,5%, perché molti settori produttivi sono ormai compromessi. La crisi Covid ha bruciato 51 miliardi, secondo le simulazioni di Confesercenti con Cer. Dopo le drammatiche cadute di primo e secondo trimestre, il contesto congiunturale appare migliorato, ma non in modo omogeneo. Di fronte alla crescita di industria e costruzioni, con variazioni del 25% e del 40%, resta lento il recupero per i consumi e per le vendite al dettaglio. La crisi morde comparti specifici anche a causa dello smart-working, con ripercussioni sul commercio nei centri storici. Incombe poi il rischio di una ripresa dei contagi e di possibili nuovi lockdown che «risulterebbero esiziali per il sistema delle imprese».

La frenata dei consumi continua nella sfiducia delle famiglie che preferiscono non spendere: l'Istat registra al momento una riduzione della propensione al consumo di quasi 5 punti. «Se proiettata su base annua, questa ritrosia alla spesa determinerebbe una contrazione di ulteriori 42 miliardi di consumi, che andrebbe ad aggiungersi a quella indotta dalla riduzione dei redditi (48 miliardi circa)», stima Confesercenti. In termini di fiducia delle famiglie sono ancora 11 i punti da recuperare rispetto all'estate 2019. E alla riapertura dopo la pausa estiva, rimangono cadute del 13% per la produzione industriale, dell'11% per le esportazioni e di quasi il 6% per le vendite al dettaglio, mentre la fiducia di famiglie e imprese perde, rispettivamente, quasi 18 punti e più di 8 punti sul 2019. «Di fronte al persistere di perdite di tali dimensioni, - osserva Confesercenti - la politica del bilancio pubblico conserva un ruolo primario per invertire la congiuntura».

Attacca la capogruppo di Forza Italia alla Camera, Mariastella Gelmini, il governo «non ha ancora approvato la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza, forse l'ok arriverà domani (oggi ndr) in un tardivo Consiglio dei ministri. L'esecutivo avrebbe dovuto inviare la NaDef al Parlamento il 27 settembre. A Palazzo Chigi hanno accumulato un ritardo inaccettabile. Di questo passo sarà praticamente impossibile che l'Italia fornisca alla Commissione Ue il 15 ottobre un Documento programmatico di bilancio e che la legge di Bilancio sia trasmessa alle Camere il prossimo 20 ottobre. I documenti che il governo predisporrà saranno, come è di tutta evidenza, scritti con l'inchiostro simpatico». Ritardi legati ai rimaneggiamenti delle bozze l'ultima delle quali contiene uno scenario alternativo con ripresa dei contagi che abbasserebbe dell'1,5% il Pil 2020 e del 3% quello dell'anno prossimo.

Anche i tempi di approvazione del Recovery Fund rischiano di allungarsi a causa dei veti incrociati dei Paesi di Visegrad e dei «frugali», divisi sulle condizionalità dei fondi. Oggi si riunisce in videoconferenza l'Eurogruppo con i ministri delle Finanze della zona euro. Sul tavolo le priorità di intervento dei piani per la ripresa e resilienza che i Paesi Ue dovranno presentare entro la metà del mese per ottenere i fondi europei.

Risorse che non arriveranno prima del 2021.

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