Conte si piega ai renziani È già sparita la task force

Dopo due ore di faccia a faccia tra Iv e il premier esce di scena la struttura che avrebbe controllato il Recovery Fund

Conte si piega ai renziani È già sparita la task force

Sono giornate davvero intense a Palazzo Chigi, sede dei recenti incontri tra Giuseppe Conte e le forze politiche che lo sostengono. Il premier ha da poco concluso il giro di consultazioni per la verifica di governo e adesso sta ultimando i passaggi per il confronto sul Recovery Fund. Il suo intento è quello di respingere l'offensiva di Matteo Renzi, che in queste settimane lo ha bombardato con tanto di minacce di crisi e ultimatum. Il presidente del Consiglio ha così deciso di annunciare la creazione di un gruppo di lavoro ad hoc di maggioranza, sperando di portare la bozza finale in Consiglio dei ministri entro la fine del 2020.

Ieri, insieme ai ministri Roberto Gualtieri (Economia) e Vincenzo Amendola (Rapporti con l'Europa), ha avuto un colloquio prima con il Movimento 5 Stelle e poi con il Partito democratico. Le richieste avanzate sono risultate unanimi: coinvolgere il Parlamento nella gestione dei fondi europei e non esautorare il potere e le funzioni dello Stato. In questo senso andavano le proposte di Italia Viva, che in alternativa ha proposto un'unità di missione "rafforzata". Oggi Conte ha ricevuto la delegazione renziana, composta da Maria Elena Boschi, Luigi Marattin, Ettore Rosato, Davide Faraone e i ministri Teresa Bellanova ed Elena Bonetti. Alle ore 13 è stato invece il turno di Liberi e uguali: presenti Roberto Speranza, i capigruppo Fornaro e De Petris e i sottosegretari Guerra e De Cristoforo. Domani alle 16 è stato convocato il Cdm.

L'ennesimo avvertimento

"Fa piacere constatare che sulla governance avevamo del tutto ragione. Intanto è positivo che finalmente si parla di contenuti e non di task force. Come vedete, quella proposta non è inserita negli emendamenti della legge di Bilancio e adesso iniziamo a lavorare nel merito, perché è ciò che interessa al Paese, come si impegnano le risorse e come si danno risposte alle emergenze", ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole entrando a Palazzo Chigi. Il che testimonia come tutti i rilievi di Italia Viva sul testo illustrato dal premier Conte nel Consiglio dei ministri del 7 dicembre "erano sacrosanti".

La stessa Bellanova - parlando con i cronisti al termine dell'incontro - ha successivamente fatto sapere che il gruppo di Iv si è preso qualche giorno di tempo per presentare un documento contenente le istanze del caso: "Partiamo da qui, c'è un passo avanti e prendiamo atto positivamente di questo". "Abbiamo chiesto perché ci sono solo 9 miliardi sulla sanità e perché non si possono utilizzare i 37 miliardi del Mes", ha aggiunto. E non è mancato l'ennesimo avvertimento al governo giallorosso: "Sta sereno se risolve i problemi, se non lo fa è inutile".

In mattinata sono arrivate pure le parole di Matteo Renzi, che è tornato a tuonare contro le cosiddette "veline" che hanno provocato l'ira di Italia Viva nei giorni scorsi: "Hanno scritto che vogliamo poltrone. Hanno scritto che siamo irresponsabili. Hanno scritto che facciamo tattica. Hanno scritto, ma, come spesso accade, non hanno letto. Non l'hanno letta, la nostra lettera a Giuseppe Conte. Altrimenti avrebbero scoperto che in quelle poche pagine non si parla né di poltrone, né di rimpasti". Non è un mistero: il fondatore di Iv vuole ottenere l'ok al Mes e all'affidamento della delega sui servizi segreti a una persona che non sia lo stesso Conte.

"Confidiamo che, con buona pace dei fabbricatori di polemiche, il presidente Conte questa lettera l'abbia letta. Vedremo se vorrà dare delle risposte. La palla adesso è nelle mani del premier, dipende solo da lui. Le risposte le deve all'Italia, non a Italia Viva", ha concluso Renzi nella sua enews.

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