"Una replica mirata. La guerra adesso appare più lontana"

Il generale Leonardo Tricarico: "La speranza è che in questo modo si possano chiudere le ostilità"

"Una replica mirata. La guerra adesso appare più lontana"
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«Israele mi pare abbia fatto il minimo che poteva fare perché il suo attacco potesse avere una certa credibilità. Non so neppure se è riuscita ad avere questa credibilità. La speranza è che in questo modo si possano chiudere le ostilità», ci spiega il generale Leonardo Tricarico, 81 anni, una vita al servizio dell'Aeronautica Militare e dell'Italia.

Generale, lei esclude la possibilità di una guerra vera e propria tra Israele e l'Iran?

«In linea di massima sì. Soprattutto dopo che l'attacco iraniano a Israele è andato nel modo che sappiamo».

Ma era un attacco vero? O volutamente debole?

«Era un attacco vero e micidiale. Volevano fare male. E la capacità di difesa dell'aeronautica israeliana è stata un capolavoro».

Israele è in grado di colpire a fondo l'Iran?

«Sì. Assolutamente sì. Israele ha una mappa molto precisa degli obiettivi da colpire in Iran. E per ogni obiettivo ha il sistema d'arma adeguato per colpire».

Ma l'Iran ha la bomba atomica?

«Penserei di no. Il processo per raggiungere questo obiettivo sta andando avanti. Hanno, credo, una certa quantità di uranio arricchito. O sono molto vicini ad averlo. Poi però ci vuole un po' di tempo per weaponizzare - si dice così in gergo italoamericano- l'uranio, cioè renderlo un'arma».

Gli Usa che ruolo giocano? Sono determinanti?

«Gli Usa sanno che la loro capacità di deterrenza, e quindi di influenzare le decisioni degli altri, si sta indebolendo. Israele è un osso duro. Cercare di frenare chi crede che la forza sia l'unico strumento per vincere, beh è uno sforzo immane».

C'è la possibilità di salvare gli accordi di Abramo tra Gerusalemme e alcuni paesi arabi?

«Sì. Quell'accordo è la miccia che ha fatto scoppiare l'incendio. Però penso che si possa salvare. Penso anzi che forse può essere accelerato. Ho sentito un mio amico, molto esperto, che sta in Kuwait. Mi ha detto: Guardi, qui tutti odiano Israele, però sono sicuro che il Kuwait sarebbe pronto a unirsi a una coalizione anti-Iran che comprenda anche Israele».

Con la fine del bipolarismo siamo in un mondo unipolare?

«No, siamo in un mondo apolare. E questo è molto preoccupante. Nel mondo bipolare gli accordi venivano fatti e rispettati».

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