
Biglietti gratis per tutti. I cercatori di guai della Flotilla, espulsi da Israele, non hanno pagato un euro per rientrare in Italia. I biglietti del volo da Istanbul sono stati gentilmente forniti dal consolato italiano e fanno parte di un "pacchetto" promozionale della Turkish airlines, che dovrebbe servire per gli italiani veramente in difficoltà. Tecnicamente lo Stato italiano non ha sborsato nulla, ma ha senso "premiare" i flottanti, che poi sparano a palle incatenate sul governo, con biglietti gratis?
Per la tratta precedente da Tel Aviv le spese di espulsione sono state pagate, come avviene sempre nei casi di espulsione, dall'odiato Israele. Anche per i parlamentari, rientrati subito grazie al loro rango privilegiato, con un volo diretto dall'aeroporto Ben Gurion, il viaggio è stato a carico degli israeliani. Pure per gli ultimi 15 cercatori di guai ancora detenuti in Israele vale la stessa prassi e se faranno scalo ad Istanbul, l'ultima tratta sarà gratis grazie ai biglietti a disposizione del Consolato italiano. Si tratta di un pacchetto di 100 posti sui voli Turkish per emergenze vere. I militanti, che stanno denunciando ogni tipo di vessazione israeliana, vera o presunta, saranno forse rimasti senza portafoglio, ma l'organizzazione della Flotilla non poteva occuparsi di pagare i biglietti fino all'Italia? Oppure il consigliere regionale lombardo, Paolo Romano, sbarcato ieri a Malpensa, avrebbe dovuto farsi acquistare il biglietto dal Partito democratico. E per Yassine Lafram, rientrato con lui, non si capisce perché l'Unione comunità islamiche d'Italia non abbia comprato il volo al suo presidente.
Dalla Farnesina fanno sapere che i biglietti gratis vengono garantiti da Turkish Airlines grazie ai buoni uffici della nostra console generale a Istanbul e fanno parte della collaborazione fra le parti. Però, calcolando che alla fine gli attivisti che usufruiranno del servizio da Istanbul potrebbero essere 41, il Consolato generale di Istanbul brucerà quasi metà del pacchetto di biglietti gratis per vere emergenza, possibilmente meno propagandistiche e politicizzate. Già la fregata, che costa circa 100mila euro al giorno, dirottata dalla sua missione Mediterraneo sicuro a scortare la Flotilla, era molto discutibile che rientrasse "nell'interesse nazionale". Gli attivisti volevano ficcarsi nei guai, per scatenare casino in Italia, senza riuscire a portare a Gaza un grammo dei pochissimi aiuti a bordo. La beffa dei biglietti gratis, anche se non a carico dell'erario, suona ancora più assurda quando i militanti aprono la bocca una volta rientrati a casa. Il governo che li ha tirati fuori in un lampo è sempre "complice del genocidio". La mobilitazione diplomatica ed i biglietti gratis del ministro degli Esteri vengono ricambiati con la sua immagine e quella del presidente del Consiglio a testa in giù nelle piazze che sfilano per la Flotilla.
Per non parlare degli striscioni che proclamano il "7 ottobre giornata della resistenza palestinese" e altre nefandezze del genere, che dovrebbero aprire gli occhi a tutti sulla manipolazione di Hamas.Il buonismo governativo italiano, che ha evitato il peggio in mezzo al mare e sta riportando a casa tutti gli attivisti senza nemmeno fargli pagare l'aereo, riceve in cambio pesci in faccia, insulti, accuse e minacce.