Riforma, oggi il terzo sì. Schlein tira in ballo il Cav

Tensione nella seduta notturna alla Camera sulla separazione delle carriere. La crisi di nervi del Pd

Riforma, oggi il terzo sì. Schlein tira in ballo il Cav
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La seduta fiume manda fuori di testa la sinistra. La maratona notturna del dibattito a Montecitorio sulla riforma della giustizia, che introduce la separazione delle carriere per i magistrati, innesca una crisi di nervi tra i partiti di opposizione. Elly Schlein se la prende con i morti (Berlusconi) e Giuseppe Conte evoca la guerra santa. Intanto, la sinistra ufficializza l'asse con le toghe per azzoppare la riforma al referendum. A Montecitorio, maggioranza e opposizioni restano in Aula per la tutta la notte. Oggi alle 12 è in programma il voto finale. Prima del passaggio finale a Palazzo Madama. Il centrodestra punta chiudere il discorso alla vigilia della sessione di bilancio. Per il Pd alla Camera interviene anche la segretaria Schlein che se la prende con Berlusconi: "Quello contro la magistratura è un disegno antico, non nasce certo oggi, è un vecchio vizio dai tempi di Berlusconi. Ha radici antiche il vostro fastidio per la giustizia e il vostro disprezzo per il controllo di legalità, visto come un limite al comando assoluto. Non accettate di essere sottoposti alla legge come tutti gli altri anzi più di tutti gli altri perché chi ha responsabilità istituzionali e di governo dovrebbe essere il primo a curarsi di far rispettare le leggi anziché calpestarle. Negli articoli di questo disegno di legge non c'è alcun vero intento riformatore, ma solo il desiderio di voler assestare un colpo all'indipendenza della magistratura".

Giuseppe Conte, dal tour elettorale in Calabria, non è da meno: "Ennesima grave forzatura della maggioranza. Hanno bloccato i lavori perché vogliono approvare in gran fretta la legge contro i magistrati. E contro i magistrati è una guerra santa perché è una vendetta contro un potere autonomo e indipendente". Per il centrodestra Maurizio Lupi ribadisce l'importanza della riforma: "Tassello fondamentale per una giustizia più equa, più trasparente e davvero al servizio dei cittadini. Al contrario di quel che dice l'opposizione, non c'è nulla di punitivo nella riforma, nessuna intenzione di limitare l'autonomia della magistratura: l'obiettivo è quello di rafforzare le garanzie dei cittadini, il ruolo del giudice terzo e mettere accusa e difesa su un piano di reale parità". Tra gli interventi spicca quello della responsabile giustizia dem Debora Serracchiani (un tempo favorevole alla separazione delle carriere): "Questa riforma non vuole la separazione delle carriere, ma cerca solo di indebolire la magistratura e il modo migliore per poterlo fare è attaccare l'organo di autogoverno, sdoppiandolo e indebolendolo con il sorteggio è una Alta corte che ha vari profili di incostituzionalità".

Italia Viva, partito da sempre favorevole alla riforma, cerca l'exit strategy per non votarla: "Si tratta di una riforma non di tre partiti politici di centrodestra e della maggioranza, ma è una riforma fatta da tre toghe, la capo gabinetto del ministero della Giustizia Bartolozzi, lei ministro Nordio e il sottosegretario Mantovano, che avete scritto una riforma contro altri magistrati, avete politicizzato lo scontro e esautorato il potere legislativo" lo dice Maria Elena Boschi in Aula. Atteso invece il voto favorevole da parte di Azione.

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