
È poco prima di mezzanotte quando il ministro della Cultura Alessandro Giuli viene informato delle dimissioni di Nicola Borrelli (nella foto). Il direttore generale Cinema e Audiovisivo dice addio al ministero. Una volta per tutte. Lo fa nel cuore della notte, senza nemmeno telefonare al ministro. Il motivo delle dimissioni? "Questioni personali" dice lui, ma la verità, invece, sta nel film "Stelle della Notte" finanziato con ben 863mila euro di soldi pubblici e mai diffuso. Tantomeno prodotto. Soldi chiesti e incassati (con molta facilità) dall'americano Francis Kaufmann (alias Rexal Ford) accusato del duplice omicidio della compagna Anastasia Trofimova e della figlia di 11 mesi Andromeda, trovate morte a villa Pamphili, Roma.
Lo scandalo dei fondi pubblici ha acceso gli animi della politica. La Procura di Roma ha avviato accertamenti, acquisito documenti dal ministero ma, nel frattempo, doveva arrivare un segnale. Forte, chiaro. Così, è caduta la prima testa. "Non c'è stata alcuna pressione da parte del ministro, lo aveva riconfermato fino a poco tempo fa" - affermano fonti vicine a Giuli - "è stata una decisione di Borrelli". Avrà dato ascolto alla sua coscienza? Si chiedono in molti tra i corridoi del Mic. A sostituirlo, per ora, sarà un dirigente del ministero "ad interim". Pare che in via del Collegio Romano non abbiano fretta. Il nuovo nome dovrà essere inattaccabile, ineccepibile. "È avvenuto tutto molto velocemente, non c'era stato alcun preavviso" ci dicono le nostre fonti, e assicurano che "il nome del successore non c'è ancora" ma, presto ci sarà. La situazione è delicata e il mondo del cinema è già pronto a levare gli scudi. Più per questioni ideologiche che pratiche ed è per questo che Giuli vuole prendersi il tempo necessario per riflettere. Sicuramente ha già deciso di cambiare le regole dei finanziamenti facili, come quelle per la concessione del tax credit. "Non sarà più come prima" assicura Giuli. È proprio grazie alle vecchie norme che il presunto killer Kaufmann, con la collaborazione di un produttore italiano, hanno incassato i soldi pubblici. Truffando lo Stato, almeno questa è l'ipotesi. Un'ipotesi che solo la Procura potrà confermare.
Giuli ha preso atto delle dimissioni di Borrelli e, ringraziandolo, ha confermato la sua stima nei confronti del dirigente dimissionario. Sicuramente un problema in meno per il ministro, che però ha le opposizioni (e una parte della maggioranza) con il fiato sul collo. Mentre il dem Matteo Orfini, componente della commissione Cultura, apre al dialogo invitando il ministro a prendere in considerazione le proposte delle opposizioni per "l'interesse del cinema italiano", la sua collega Irene Manzi, capogruppo del Pd in commissione, attacca: "Al ministero regna il caos, il ministro dimostri senso di responsabilità". La maggioranza tace, mentre a via del Collegio Romano aspettano.
Sì, perché Kaufmann ha tempo fino al 15 luglio per presentare la documentazione necessaria (e la pellicola) per giustificare il finanziamento ottenuto. Anche se ha ben altro a cui pensare ma, d'altronde, così è la legge.