Sala ammette: ho usato l'architetto Expo

Il candidato Pd conferma l'incarico da 72mila euro per la ristrutturazione della sua villa a Zoagli

Sala ammette: ho usato l'architetto Expo

Milano - L'archistar di Expo ha lavorato sulla villa al mare di Beppe Sala, commissario dell'evento e oggi candidato sindaco di Milano. Sono stati i diretti interessati a confermarlo. L'architetto Michele De Lucchi ha messo nero su bianco che il suo studio «non ha firmato il progetto architettonico ma che l'intervento si è limitato al completamento di alcuni aspetti degli interni e delle finiture esterne della casa di Zoagli del dottor Giuseppe Sala, persona - ha aggiunto- di cui ho sempre avuto modo di apprezzare la correttezza». «Si tratta di un incarico professionale - ha aggiunto il professionista - svolto tra il 2012 e il 2013 per il quale lo studio aMDL ha percepito un compenso complessivo pari a 70mila euro + 4% Cnpa + 21% Iva».Sala, per fornire la sua versione dei fatti, ha convocato una conferenza stampa nella «sede del comitato elettorale» in cui alcuni volontari si mostravano impegnati a preparare materiale per la sfida delle primarie, in programma il 6 e 7 febbraio. Il manager si è presentato alle 15.05 e ha iniziato spontaneamente a ricostruire la vicenda. Ha riconosciuto a sua volta l'esistenza dell'incarico all'archistar, quindi ha precisato che il progetto della casa «non è stato firmato da De Lucchi», che ha realizzato solo degli interventi esterni e uno interno «e per questo ha ricevuto con regolare contratto 72 mila 800 euro più Iva». «Da Expo - ha aggiunto - De Lucchi ha ricevuto 110mila euro, questo dimostra che so negoziare meglio i soldi pubblici che i miei privati». A proposito del ruolo di Matteo Gatto, architetto del masterplan di Expo, Sala ha precisato che «lui non ha fatto niente, mi ha solo presentato l'architetto Giampaolo Monti, che si è occupato del progetto, e visto che abita lì vicino è andato a vedere il terreno».È parso contrariato, il manager. Probabilmente pesa lo sgarbo subito dal Comune a proposito della sua permanenza in Expo (Sala ha spiegato che gli hanno chiesto di restare, il sindaco Pisapia lo ha platealmente smentito, escludendo di averlo «pregato»). In parte si è corretto. Due giorni prima era stato costretto a scusarsi per l'uso della sede Expo per un'iniziativa elettorale. Ha parlato inoltre del caso Eataly, escludendo di essere venuto a conoscenza dell'inchiesta, archiviata, a suo carico: «Non ho avuto nessun avviso. Ho cercato di ricostruire mentalmente le cose, sono andato a rivedere i dati. Non c'è stato nessun atto ufficiale». A proposito della villa, «leggo una accusa velata - ha detto - di tante cose posso essere accusato ma non di non essere onesto fino al midollo». Per rispondere ai dubbi sulla opportunità dell'incarico professionale, ha scelto di aprire un fronte polemico col centrodestra: «Adesso è in un vuoto mentale» ha detto, mentre i dirigenti del Pd rilasciavano dichiarazioni in fotocopia contro «la destra» e Il Giornale. Il compattamento contro il nemico esterno, però, si è infranto sulle dichiarazioni dell'alleato di Sel: «Se sono commissario unico e assegno senza bando un grandissimo lavoro con soldi pubblici - ha scritto il consigliere comunale Luca Gibillini - magari la mia casa non la faccio sistemare dallo stesso architetto.

Mi pare lo dica anche un decreto legge anticorruzione». Poi, in serata, nel confronto tra i candidati Pd alle primarie un altro dispiacere per Sala: l'attacco del rivale Majorino sui conti Expo («Voglio capire che bilanci lascia»).

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