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Scandalo bonus, ci si interroga sulla "manina" che ha diffuso i nomi

Domani il presidente dell'Inps interverrà in Parlamento sulla vicenda scandalo bonus, pronta la sua difesa: "Non abbiamo nulla da nascondere, non facciamo schedature". Sospetti sulla "manina" che ha diffuso i nomi

Scandalo bonus, ci si interroga sulla "manina" che ha diffuso i nomi

Non fa che montare ed accrescersi la polemica nata a causa dello scandalo parlamentari-bonus 600 euro: dopo il caos scatenatosi all'interno del mondo della politica, con i partiti in imbarazzo per quanto accaduto, a finire nell'occhio del ciclone è anche l'Inps, dal quale è partita l'informazione. In tanti si chiedono a chi appartenga la "manina" che ha diffuso i nomi. Tante le domande ancora senza risposta.

In molti sospettano che quella dell'Inps sia stata una manovra finalizzata a favorire i CinqueStelle, ora che si avvicina il referendum sul taglio dei parlamentari. L'ente doveva infatti essere da tempo a conoscenza del fatto che alcuni politici avessero richiesto ed ottenuto il bonus Iva, eppure la notizia è stata resa nota solo in questi giorni.

Un furioso Pasquale Tridico, attuale presidente dell'Inps, ha naturalmente respinto ogni accusa, minacciando: "Chi lo dice, chi lo scrive, ne dovrà rispondere in tribunale. Ne va della mia dignità". Eppure in tanti si chiedono per quale motivo sulla vicenda sia intervenuta l'Unità antifrode dell'Inps, dal momento che i politici hanno commesso un'azione moralmente condannabile ma non illegale.

Tridico, in ogni caso, si dice sicuro, e domani interverrà in Parlamento per riferire sulla vicenda. "Non abbiamo nulla da nascondere, non facciamo schedature", avrebbe detto ai suoi assistenti, come riportato dal "Corriere della Sera". Il suo discorso è pronto. Il presidente dell'Inps dovrà spiegare dettagliatamente come si sono svolti i fatti.

Stando a quanto ricostruito, l'Unità antifrode riferisce già lo scorso maggio al presidente dell'Inps che fra i destinatari del bonus vi sono alcuni parlamentari e amministratori locali. Perché tutta questa attenzione nei confronti dei politici? A quanto pare, questi ultimi hanno un diverso inquadramento previdenziale, subito individuato dal sistema dell'Inps. Dal momento che non viene registrata alcuna illecità, il denaro viene erogato, e l'informazione scottante rimane silente per mesi.

Poi all'improvviso tutto viene a galla, e si scatena un vero e proprio putiferio. Cosa è successo? Non ci sono ancora risposte a questa domanda. Il presidente Tridico si dice estraneo alla vicenda della diffusione della notizia e promette azioni legali. Da qui la necessità di effettuare un'indagine interna, condotta dal direttore generale Gabriella Di Michele.

In casi normali, avrebbe dovuto essere proprio l'Ufficio antifrode ad occuparsi del caso, ma stavolta è parte tirata in causa.

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