Lo schianto e i 6 secondi fatali. Decisivi registrazioni e detriti

Il pilota indagato per disastro e omicidio colposo. Il guasto subito dopo il decollo: analisi su comunicazioni e resti del jet

Lo schianto e i 6 secondi fatali. Decisivi registrazioni e detriti
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Sei secondi. È questo il tempo che separa il decollo della pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori dall'aeroporto Sandro Pertini di Torino-Caselle e l'allarme che il maggiore Oscar Del Do' lancia via radio alla base di controllo: «Ho un problema al motore». Poche parole che porteranno dritte alla tragedia. Che cosa può essere accaduto in quel minuscolo lasso di tempo nel pomeriggio di sabato lo stabiliranno le inchieste, quella interna dell'Aeronautica militare e quella della procura di Ivrea che ipotizza i reati di disastro e omicidio colposo.

Il primo a essere iscritto nel registro degli indagati è il maggiore Del Do', che pilotava il Ponu 4 diretto a Vercelli per un'esibizione delle Frecce Tricolori. Secondo la procura si tratta di un «atto dovuto», per permettere agli inquirenti di eseguire tutti gli accertamenti del caso, nonché rendere utilizzabili nei suoi confronti atti irripetibili. Il pilota ha già fornito alla magistratura una documentazione che potrà essere utile alle indagini e nelle prossime ore sarà ascoltato dagli inquirenti.

Due le ipotesi sul tavolo della magistratura: un guasto meccanico o l'impatto con uno stormo di uccelli, il così detto «bird strike», che pare al momento la pista più accreditata. Con un Aermacchi MB-339 anche uccelli piccoli possono mandare in tilt l'unico propulsore. Viene escluso l'errore umano: il maggiore Del Do' avrebbe messo in atto una manovra da manuale, seguendo ciò che il protocollo impone quando il proprio aereo, perdendo potenza e quota, precipita al suolo. Non poteva sapere, il maggiore Del Do', che una vettura stava transitando lungo la strada che porta verso Leinì proprio nell'istante in cui il caccia ha impattato con il terreno sull'ultima lingua di asfalto della pista, trasformandosi in una palla di fuoco che ha travolto la recinzione e invaso la carreggiata. Lo spostamento d'aria e le lamiere infuocate hanno centrato in pieno la vettura dove viaggiava Laura, 5 anni, che è morta sul colpo. Gravemente ferito il fratello Andrea di 12 anni, solo ustioni lievi per i genitori Veronica Vernetto e Paolo Origliasso.

Il procuratore Gabriella Viglione ha già detto che gli accertamenti saranno «lunghi e articolati e ci vorrà del tempo per capire cosa sia accaduto». I carabinieri proseguono nel loro lavoro certosino di raccogliere e catalogare i reperti raccolti sul posto dell'incidente e ascoltare i molti testimoni alla tragedia, analizzando anche alcuni video fatti con i telefonini dagli spettatori che attendevano l'esibizione acrobatica e invece hanno ripreso la tragedia. Importante sarà la consulenza tecnica sugli strumenti di bordo. Il velivolo non ha scatole nere come altri aerei, ma è dotato di sistemi di registrazione dei parametri di volo che andranno recuperati ed esaminati. Qui sono registrate le conversazioni tra il maggiore Del Do', la torre di controllo e gli altri componenti della pattuglia acrobatica. Sarà anche effettuato il campionamento dei liquidi - come olii e carburante - nonché il controllo dei sistemi idraulici e poi analizzati non solo i rottami dell'aereo ma anche quelli della vettura sulla quale viaggiava Laura e la sua famiglia.

Purtroppo se capita un imprevisto al decollo, che sia uno stormo di uccelli o un guasto al motore, cambia poco: la perdita di potenza e di velocità in quella fase a bassa quota lascia al pilota pochissimo margine di tempo e di azione per tornare a governare l'aereo. Con un monomotore come Pony 4 diventa una missione impossibile.

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