Il modello Polonia appeso a un filo

Il voto di fiducia è stata una mossa calcolata del premier: riconquistare l'iniziativa dopo un'elezione interpretata come un referendum sul suo esecutivo, ma governare sarà più difficile di quanto non lo sia già stato finora

Il modello Polonia appeso a un filo
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Archiviato senza il successo auspicato il semestre di presidenza europeo (dall'inizio di luglio passato alla Danimarca), la Polonia sta vivendo una nuova fase di tensione politica. La vittoria del conservatore Karol Nawrocki alle presidenziali ha inflitto un duro colpo al premier Donald Tusk (nella foto) e alla sua agenda filoeuropea. Dopo le elezioni Tusk ha superato il voto di fiducia in Parlamento, ma la sua agenda politica appare già ora influenzata dalla rinnovata concorrenza a destra, come dimostra la mancata presenza di un esponente polacco al vertice Usa-Ue di Washington sull'Ucraina o il braccio di ferro con la Germania sul controllo delle frontiere. Su quello che dopo il 1989 era stato ribattezzato il Ponte della libertà, tra la tedesca Francoforte sull'Oder e la polacca Slubice, da un paio di mesi si fronteggiano (malvolentieri) poliziotti e doganieri: un salto indietro di vent'anni all'ombra dell'emergenza migratoria e della scarsa capacità di dialogo fra governi amici.

Ma il vero nodo è il futuro: Nawrocki, sostenuto dal partito nazionalista PiS (Diritto e Giustizia), ha promesso una forte opposizione dal palazzo presidenziale, minacciando di bloccare le riforme chiave di Tusk.

Il voto di fiducia è stata una mossa calcolata del premier: riconquistare l'iniziativa dopo un'elezione interpretata come un referendum sul suo esecutivo, ma governare sarà più difficile di quanto non lo sia già stato finora. Con Nawrocki lo scontro è inevitabile: il nuovo presidente, ammiratore di Donald Trump e critico verso l'Ue, ha annunciato veti su aborto, giustizia e politiche climatiche, tutte riforme che il governo Tusk ha messo in campo ma che sono rimaste impigliate nel gorgo della coabitazione. La Costituzione polacca dà infatti al presidente poteri di veto legislativo, strumento già usato dal predecessore Andrzej Duda. Ora, con Nawrocki, il conflitto potrebbe completamente paralizzare l'azione di governo. Per alcuni osservatori non ci sono dubbi: i grandi progetti di riforma sono morti.

Intanto, Bruxelles osserva con preoccupazione. I fondi Ue, sbloccati dopo le promesse di riforma della giustizia, potrebbero essere nuovamente a rischio se Nawrocki ostacolerà i cambiamenti. E Fitch avverte che senza fondi Ue la crescita polacca (prevista al 3,3% nel 2025) potrebbe rallentare.

In politica estera, il ministro Radoslaw Sikorski cerca di minimizzare, sostenendo che Nawrocki, alla fine, imparerà le regole della diplomazia europea. Ma, al di là del recente disastro diplomatico con gli Usa, i legami del nuovo presidente con Trump potrebbero alterare gli equilibri. Durante la campagna, Nawrocki ha ripetuto lo slogan "Make Poland Great Again" e il suo euroscetticismo complicherà la cooperazione europea. Intanto, la Polonia rimane un pilastro della Nato nell'Est, con spese militari da tempo oltre il 4% del Pil e una posizione anti-russa che è sostanza della sovranità nazionale. Ma la coerenza filo-occidentale potrebbe incrinarsi se Nawrocki spingerà per una linea più autonoma, come lasciano presagire i dubbi espressi sull'ingresso dell'Ucraina nella Ue.

Gli esperti divergono sulle prospettive. C'è chi scommette sulla tenuta di Tusk e chi invece vede nero e prevede instabilità fino al 2027, anno delle prossime elezioni politiche. Sempre che una non improbabile crisi le anticipi al 2026. Per ora, l'economia tiene: il Pil cresce, l'inflazione cala, ma il deficit pubblico e il debito restano criticità, anche a seguito del forte impegno nelle spese militari.

Una cosa è comunque certa: la Polonia, divisa tra europeisti e sovranisti, è destinata a rimanere un campo di battaglia politico ancora a lungo. Il paese è di fatto nuovamente in campagna elettorale: un'instabilità che questa volta potrebbe anche intaccare le finora straordinarie performance economiche.

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