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Se i "crimini del comunismo" diventano materia di studio

Scuola, il 7 novembre dedicato alle vittime dei regimi

Se i "crimini del comunismo" diventano materia di studio

Il 7 novembre, dall'anno scolastico 2023-2024 in poi, per gli studenti (e gli insegnanti) delle scuole pubbliche in Florida, sarà la Giornata delle vittime del comunismo. In classe, per 45 minuti, si rifletterà sui crimini commessi da Josip Stalin, Mao Zedong, Fidel Castro, tra i tanti tiranni «falce e martello» che si potrebbero citare. Lo ha annunciato il governatore Ron De Santis, che alle parole ha fatto seguire la firma del provvedimento. Obiettivo: far conoscere ai ragazzi i risultati del socialismo reale. Fame, povertà, esilio, persecuzione di intere categorie di cittadini, eliminazione del dissenso, repressione della libertà di parola. Anche negli Stati Uniti circola la bizzarra idea che il comunismo sia stata una splendida idea, realizzata male soltanto per sfortuna o umana incapacità. Basta leggere Lenin o Marx per capire che la violenza è invece connaturata a un sistema in cui lo Stato è tutto e il singolo individuo non vale niente. Un concetto che molti, troppi comunisti o ex comunisti o post comunisti fingono di non afferrare.

Succede anche qui in Italia, dove abbiamo avuto il Partito comunista più forte d'Europa. Togliatti ha scelto la democrazia? Certo. Per ordine diretto di Stalin al quale non andava a genio una guerra in Italia proprio mentre era occupato a consolidare il dominio sovietico sull'Europa centrale. Lo dicono i documenti raccolti dagli storici Elena Aga Rossi e Victor Zavslasky, sì, proprio loro, quelli che non si studiano nei nostri istituti, dove a stento si nomina Renzo De Felice e dove, fino a pochi anni fa, le foibe erano poco più che picnic dei partigiani titini nelle tormentate terre di confine tra la Jugoslavia e l'Italia. Proprio nel caso delle foibe assistiamo a un evidente fenomeno di analfabetismo di ritorno, con numerosi negazionisti impegnati a «comprendere» cioè scusare le malefatte dei partigiani rossi e a minimizzare l'esodo giuliano. La battaglia di questi (sedicenti) studiosi non è comprendere meglio la storia, ma fare in modo che non si capisca più nulla, e che, possibilmente, si cancelli la nostra Giornata del Ricordo.

Il 7 novembre spediamoli nelle scuole di Miami, magari imparano qualcosa.

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